Il leader Charlie Dalin (MACIF Santé Prévoyance) ha leggermente rallentato mentre percorre il passaggio lungo la barriera di sicurezza australiana, ora con vento più moderato. La sua rotta e il tempismo delle sue virate lungo la zona di esclusione riflettono le capacità di uno skipper che padroneggia la sua strategia meteorologica.
Dalin ha ancora meno di 500 miglia per raggiungere Cape Leeuwin, rendendo improbabile che possa battere il record della gara del 2016 per il capo australiano, specialmente considerando che non si tratta di una navigazione in linea retta. Dovrà eseguire numerose virate, dato che con il vento da WNW naviga quasi completamente di poppa, e il vento sembra più incline a sollevarlo man mano che procede.
ROTTA STABILE
Il vantaggio di Dalin su Sébastien Simon (Groupe Dubreuil), secondo in classifica, rimane costante, mentre Yoann Richomme (PAPREC ARKÉA) e Thomas Ruyant (VULNERABLE) mantengono un buon angolo di navigazione verso sud-est, stabilizzando il loro distacco da Charlie.
Dietro di loro, Sam Goodchild (VULNERABLE) è salito in quinta posizione, ma è a pari merito con Jérémie Beyou (Charal), che si trova molto più a nord e sembra diretto verso l’angolo della zona di esclusione australiana con questa virata.
Un gruppo compatto di quattro inseguitori vede Sam Davies (Initiatives Coeur) guadagnare qualche miglio sul piccolo gruppo di rivali, con circa 50 miglia che separano la 13a posizione di Clarisse Crémer (L’Occitane en Provence), Boris Herrmann (Malizia Seaexplorer) e la decima posizione di Justine Mettraux (TeamWork-Team Snef).
UN’ALTRA DOMENICA SENZA SOLE, ANCHE PER SAM!
Le condizioni sono buone per andare veloci, come ha riferito Davies durante la notte:
“È gelido qui di notte, 6 gradi nel pozzetto, l’acqua è a 5 gradi, tutto procede bene e stiamo avvicinandoci al plateau a nord delle isole Kerguelen. Abbiamo avuto una grande depressione, ma per noi è stata meno intensa rispetto ai leader, ed è andata bene. Queste barche sono molto potenti e bisogna trovare le giuste impostazioni. Sono stata fortunata ad avere l’esperienza di regate come The Ocean Race su Biotherm per gestire queste condizioni, molto diverse dall’Atlantico. Preferisco essere leggermente sotto potenza, piuttosto che rischiare danni con raffiche più forti. E sto cercando di dormire per mantenere energia e lucidità.”
Davies ha poi aggiunto che le condizioni sono standard per l’Oceano Indiano meridionale: acqua piatta, freddo, umidità, e una luce indistinta tra giorno e notte, ma il ritmo di navigazione è soddisfacente.
PIP HARE AL CALDO E FELICE
A circa 450 miglia dietro, nel cuore del sistema meteorologico che insegue il gruppo di Davies, Pip Hare sta apprezzando una breve tregua:
“È stata una buona notte per me. Sono nella posizione che desideravo, a nord del centro di questa bassa pressione, in una fascia di vento più debole e con mare meno agitato. Sono riuscita a navigare veloce e persino a dormire un po’. Ho acceso il riscaldamento e sono riuscita ad infilarmi nel sacco a pelo, una sensazione fantastica! Le condizioni cambieranno presto, con la bassa pressione che mi raggiungerà, ma per ora sono felice. Fuori fa molto freddo, è umido e pesante, e sto cercando altri strati di abbigliamento impermeabile. Oggi la depressione passerà su di me, e verso sera virerò, ma al momento sta andando tutto bene.”
La barca non è più governabile e, dopo una riparazione di fortuna, sta dirigendo verso Cape Town. Burton aveva già riparato quindici giorni fa una falla a bordo del suo Imoca
Si attendono ulteriori dettagli su come Simon intenda gestire questa difficoltà e adattare la strategia, ma incidenti del genere evidenziano l’enorme pressione che questa gara esercita sia sui velisti che sulle loro imbarcazioni anche se all'avanguardia
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