Dopo 64 giorni di mare Charlie Dalin ha trionfato al Vendée Globe, iscrivendo il suo nome nel pantheon dei navigatori solitari. Con una precisione da orafo, una strategia audace e un rigore quasi scientifico, il navigatore di Le Havre ha illuminato questa edizione con il suo talento straordinario, superando i limiti dell’eccellenza in mare. Ogni momento della gara è stato una battaglia, e lui si è imposto come uno stratega sopraffino, affrontando con successo il suo avversario più coriaceo, Yoann Richomme. La sua vittoria non è solo nei numeri, ma nel modo in cui ha gestito ogni manovra, ogni decisione, dimostrando un lavoro meticoloso e una concentrazione senza pari.
Charlie, cosa provi dopo questa splendida vittoria?
«Le emozioni sono indescrivibili. È il frutto di tanto lavoro! Sono felice di aver vinto questo Vendée Globe, un monumento della vela oceanica, e di entrare in questo club molto esclusivo di vincitori. Quattro anni fa ero arrivato vicino, ma Yannick (Bestaven) aveva vinto. Questa volta è toccato a me, ed è una vittoria per tutto il team MACIF. È fantastico! Sono l’uomo più felice del mondo oggi, senza dubbio. È una gioia immensa. Ogni dettaglio, come attraversare la linea con la luce del giorno che spuntava e l’acqua perfettamente calma, è stato semplicemente favoloso. Un’esplosione di emozioni, la gioia più grande della mia carriera!»
Quali sono ora i tuoi sentimenti?
«È un mix di euforia, gioia immensa e orgoglio, soprattutto per il lavoro fatto da tutto il team e per il supporto incondizionato della MACIF. Abbiamo lavorato per quattro anni su questo progetto: dalla progettazione alla messa a punto della barca. È una consacrazione collettiva. Ho provato tanto piacere in mare. Inoltre, il mio yacht è tornato in condizioni perfette. Certo, ci sono stati problemi, ma li ho risolti. Questo mi ha permesso di risalire l’Atlantico come in una regata vera e propria. La competizione è stata esattamente ciò che cercavo nel Vendée Globe, e la sfida con Yoann (Richomme) è stata straordinaria. Ci siamo spinti al limite l’un l’altro, navigando sempre al massimo delle nostre possibilità.»
Sei sorpreso dai distacchi con gli altri favoriti, come Thomas Ruyant e Jérémie Beyou?
«Sì e no. Le barche sono estremamente veloci quando le condizioni sono favorevoli, ma lente quando non lo sono. I distacchi non riflettono una differenza di livello. Gli altri sono stati sfortunati nell’Oceano Indiano. Io, nel Grande Sud, non ho mai affrontato più di 40 nodi di vento. Ho avuto condizioni eccezionali rispetto al resto della flotta.»
La barca è in buone condizioni. E tu?
«L’unico incidente è stato quando mi sono conficcato un ago da vela profondamente nel pollice riparando una vela vicino alla Nuova Zelanda. Fortunatamente, non ci sono state infezioni. A parte questo, sono un po’ meno stanco rispetto a quattro anni fa, forse grazie all’esperienza. Però, l’euforia potrebbe farmi sottovalutare la stanchezza!»
Pensavi fosse possibile completare il giro in 64 giorni?
«Battere il record è la ciliegina sulla torta. L’obiettivo principale era vincere. Sapevo che queste barche potevano completare il percorso in meno di 70 giorni, ma 64? È incredibile! Le condizioni meteo sono state molto favorevoli, soprattutto nell’Oceano Indiano e nella risalita dell’Atlantico.»
Qual è stato il tuo momento preferito?
«La discesa dell’Atlantico è stata magica. Navigare da solo su questa meravigliosa barca è stato straordinario. Altri momenti indimenticabili sono stati passare Capo Horn di giorno e affrontare una grossa depressione nell’Oceano Indiano. Ogni problema aveva la sua soluzione, permettendomi di continuare a dare il massimo.»
Quando hai capito che avresti vinto?
«Solo all’ultimo momento. Quattro anni fa pensavo di vincere fino al pomeriggio finale, prima che Yannick vincesse. Questa volta ho permesso a me stesso di crederci solo quando ho attraversato la linea.»
Tornerai alla competizione fra quattro anni?
«Perché no? Non escludo nulla. Quattro anni fa l’impulso di tornare è stato immediato. Ora voglio godermi questo successo.»
Quali sono i tuoi progetti futuri?
«Prima di tutto, accoglierò Yoann e Seb (Simon). Poi, probabilmente, la prossima settimana, mi rilasserò sul divano, anche se credo che tornerò presto negli uffici di Mer Concept per discutere delle modifiche necessarie alla barca per le prossime stagioni.»
La speranza è l’ultima a morire e con venti leggeri previsti per le ore finali lungo la costa della Bretagna verso la Vendée, Yoann Richomme sa che ogni possibilità va sfruttata fino all’ultimo. Nella foto l'Imoca di Jérémie Beyou (Charal)
Richomme recupera qualcosa su Dalin favorito dai venti ed ora è a sole 155 miglia. Tante corse in una, dal Nord Atlantico a Point Nemo. Nella foto Denis Van Weynbergh, skipper dell'Imoca D’Ieteren Group al 35° posto
A causa di una rottura è caduto in acqua il gennaker da testa d’albero (J0), quello usato per le arie leggere, sotto i 12 nodi
Sabato 25 gennaio 2025 si terrà a Varese la decima edizione di “Tra Legno e Acqua”, il più importante convegno nazionale dedicato al mondo delle imbarcazioni d’epoca, classiche, storiche e della marineria tradizionale
Le pessime condizioni meteo hanno reso impossibile una riparazione in mare ed Eric rischiava grosso, perché era a rischio anche la tenuta dell'albero. L'approdo alle Falkland è stato difficoltoso per il mare in tempesta
Eric Bellion, skipper di STAND AS ONE-Altavia, ha contattato il suo team questa mattina intorno alle 08:33 UTC per comunicare il fallimento della riparazione effettuata sull'attacco della sua vela J2
Ha attraversato la linea d'arrivo questa mattina, martedì, alle 07:24 UTC ma per avere il suo bagno di folla dovrà attendere il pomeriggio quando la marea si alzerà e potrà così risalire il canale de Les Sables d'Olonne tra due ali di tifosi entusiasti
La patente D1, il cosiddetto “patentino” diurno entro 6 miglia dalla costa, per potenze fino a 115 cavalli, rilasciabile anche ai sedicenni, è stato fortemente voluto e ottenuto da Confindustria Nautica
"Ho capito che avrei vinto solo all’ultimo momento. Quattro anni fa pensavo di vincere fino al pomeriggio finale, prima che Yannick vincesse. Questa volta ho permesso a me stesso di crederci solo quando ho attraversato la linea"