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Intervista ad Alberto Predieri, vicepresidente Isaf

intervista ad alberto predieri vicepresidente isaf
Enrico Pluda

Ci sono persone che, anche dopo anni di frequentazione assidua, non si riescono a decifrare. Con Alberto Predieri, il Vice Presidente del maggiore or-gano mondiale della vela, l'ISAF, basta un attimo per coglierne lo spessore tecnico e umano, per capire il perché sia stato chiamato a ricoprire una carica così prestigiosa.


Mi accoglie nel suo studio legale, a due passi dal Tribunale e dall'Università Statale, già all'indomani del primo contatto telefonico. Niente anticamera, nessun telefonino che interrompe, nessun formalismo. È uno super informato, che ascolta con interesse e curiosità, che pone domande acute, che gratta la superficie. Non faccio a tempo a porgergli il libro incellofanato che, mentre mi ringrazia con un complimento, subito inizia a sfogliarlo. 

È colpito dalla forma e soprattutto dalla sostanza, dalle immagini e ancora di più dalle informazioni contenute, dalla storia e quindi dall'attualità. Una bella foto a tutta pagina di un moderno Vaurien in vetroresina con il nuovo piano velico accarezzato da un vento teso di bolina arresta per qualche secondo il rapido scorrere delle pagine; l'espressione è un misto di compiacimento e sorpresa. Ho l'impressione che non se lo ricordasse così.

Ho letto che ti sei ammalato di vela con un Vaurien. Che ricordi ne hai?
«Credo fosse il 1982, ricordo la curiosità di scoprire un mondo nuovo, l'eccitazione di condurre l'imbarcazione e la spensieratezza dei momenti passati a bordo. Era un vecchio Vaurien di legno, regalato ai miei fratelli ed a me da Ascanio, un caro amico di mio padre. E' lui il colpevole della mia "malattia": non smetterò mai di ringraziarlo.»
Perché poi cambiasti Classe?
«Credo perchè il Vaurien fosse piuttosto "vecchiotto" e poi al circolo al quale ci iscrivemmo ci venne consigliata una Alpa S, prima, ed il 470, poi.»
Cosa ne pensi del nostro nuovo piano velico?
«E' semplicemente bellissimo, accattivante, aggressivo, moderno...ha fatto ringiovanire il Vaurien. Quando ero presidente della Clas-se 470 Internazionale (fino allo scorso novembre, prima della mia elezione alla carica di Vice Presi-dente dell'ISAF) avevo iniziato ad investigare di fare qualcosa di simile alla vostra nuova randa. La linea di prua invece non è cambiata, ma sembra modernissima; ha anticipato di sessanta anni le forme attuali. Se solo la carena fosse un po' meno a spigolo"
E se aggiungessimo anche un gennaker?
«Alla fantasia non c'è limite! Ho visto sul vostro sito un disegno di un Vaurien avveniristico... molto interessante... sono proprio curioso di vedere se riuscirete a realizzarlo.»
Il Vaurien non ha il trapezio e per alcuni questo è considerato un limite. Tu cosa ne pensi? 
«Alcuni si divertono con barche atletiche, spettacolari, veloci, altri preferiscono "giocare a scacchi con il vento, la corrente, le altre barche". La mancanza del trapezio toglie forse un po' di spettacolarità, ma sono sicuro che ne guadagna l'aspetto tattico.» 
Il singolo Dinghy sta vivendo una nuova giovinezza. Il doppio Vaurien non potrebbe fare altrettanto?
«Mi sembra che ci siano segnali in tale senso. Continuate così.» 
Conservare o innovare: questo sembra essertico del Vaurien. Qual è il tuo punto di vista? 
«Innovare, ma con una chiara visione di dove si vuole arrivare, cogramma preciso. Non certo innovare tanto per cambiare qualcosa.»
Secondo te, con rating diversi, i tanti Vaurien in legno col vec-chio piano velico sparsi sulle coste europee e quelli di ultima gene-razione,assai meno numerosi, potrebbero regatare insime con simile competitività?
«Non sono un amante dei rating; per ma formazione la regata la vince chia per primo, ma mi sto ricredendo e dunque ben venga questo esperimento.»
Hai qualche altro suggerimento da darci per attirare sulla linea di partenza delle nostre regate nuovi equipaggi, giovani o maturi che siano? 
«Creare un spirito (che per altro so già esistere) di amicizia, di "apparte-nenza" forte, con i più bravi ed esperti che si offrano spontaneamente di in-segnare tecniche, tattiche, regolazioni ai meno esperti, così faca a regatare con gli altri: e forse tutti si divertiranno di più.»
Cosa ne pensi del libro,che, tra parentesi, stiamo distribuendo praticamente al costo con lo scopo principale di fare promozione alla nostra barca?
«"V come Vaurien" è veramente bello: da bambino, l'avrei letto, riletto, ed ancora riletto, passando il tempo a fantasticare di regate, di tecnica, di campioni. Molto interressanti ed utili gli schemi sulle rotazioni del vento. Finirò di leggerlo ad agosto".
Noi "vaurienisti" saremmo orgogliosi difarti provare un Vaurien di ultima generazione in regata. Impossibile?
"Purtroppo gli impegni lavorativi e all'Isaf sono sempre molto pressanti, ma chissà..."
Quali progetti stai lavorando in ISAF?
«Principalmente allo sviluppo della "Sailing Word Cup", la neo-nata coppa del mondo di vela, all'aggiornamento dell'Advertising Code, nonché a dare ilcontributo alla revisione della struttura dell'ISAF e della sua operatività.»

La chiacchierata termina tra cantieri e velai, campioni del mondo e semplici praticanti, regole e strategia di regata, manovre e dettagli tecnici; infine, abussua gentilezza e gli chiedo se può anche farmi da postino per fare avere una copia di "V come Vaurien" al Presidente della FIV, Carlo Croce. Volentieri. Sulla porta, prima di congedarmi, mi ringrazia ancora del libro. Mi piace pensare che davvero lo leggerà come avrebeb fatto da bambino e che dopo mi farà tutte le sue acute osservazioni da affermato avvocato e, soprattutto, da timoniere, da campione. 
Caro Alberto, spero che ti prenderai una brutta ricaduta di Vaurien, è il mio arrivederci a presto.    


23/07/2009 12:55:00 © riproduzione riservata






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