Ha un nome il velista scomparso due giorni fa durante la 14a edizione della Cape2Rio. Si chiamava António João Bartolomeu, 47 anni, tecnico del suono della radio nazionale angolana con la passione della vela nel sangue. Era a bordo del Bavaria 54 Bille (una delle due barche angolane partecipanti per la prima volta alla Cape2Rio) quando il 5 gennaio, al largo di Cape Town, è stato sbalzato in mare durante la terribile tempesta con venti a 50, 60 nodi che ha colpito la flotta di barche in regata subito dopo la partenza. Recuperato a bordo dai compagni ormai privo di sensi, è morto poco dopo probabilmente per ipotermia.
Tutte salve le imbarcazioni sudafricane che avevano lanciato gli SOS: il Miura Ava, Black Cat (un Didi 38), Peekay (un Beneteau 51), il Charger Fti Flyer, Isla (Wilderness) e l'Sv Avanti.
Maserati si è ormai lasciata alle spalle la tempesta e naviga in testa alla flotta verso l'aliseo con 15-16 nodi di vento. In seconda posizione, a circa 150 miglia di distanza, l'Open 60 sudafricano Explora, e in terza, a circa 160 miglia di distanza, il 52 piedi australiano Scarlet Runner.
“La strada per Rio de Janeiro è ancora lunga, ci mancano 2.400 miglia”, spiega Giovanni Soldini. “Ma le miglia che dobbiamo fare sono molte di più perché dobbiamo girare intorno all'alta pressione del sud Atlantico allungando la rotta quanto basta per non finire nel vento leggero o nelle sue calme. Con spi in testa e randa piena, ancora scossi al pensiero del velista scomparso, avanziamo a strambate verso est".
La Cape2Rio Yacht Race è la più lunga regata tra due continenti dell'emisfero sud: 3.300 miglia nautiche da Cape Town a Rio de Janeiro. Il record appartiene al maxi americano di 74 piedi Zephyrus IV che nel 2000 compì il percorso in 12 giorni, 16 ore e 49 minuti.
A bordo di Maserati, capitanata da Giovanni Soldini, un rodato team internazionale: gli italiani Guido Broggi, Corrado Rossignoli e Michele Sighel; il tedesco Boris Herrmann; lo spagnolo Carlos Hernandez; i francesi Jacques Vincent e Gwen Riou; il danese Martin Kirketerp Ibsen; e per la prima volta il monegasco Pierre Casiraghi.
La speranza è l’ultima a morire e con venti leggeri previsti per le ore finali lungo la costa della Bretagna verso la Vendée, Yoann Richomme sa che ogni possibilità va sfruttata fino all’ultimo. Nella foto l'Imoca di Jérémie Beyou (Charal)
Richomme recupera qualcosa su Dalin favorito dai venti ed ora è a sole 155 miglia. Tante corse in una, dal Nord Atlantico a Point Nemo. Nella foto Denis Van Weynbergh, skipper dell'Imoca D’Ieteren Group al 35° posto
A causa di una rottura è caduto in acqua il gennaker da testa d’albero (J0), quello usato per le arie leggere, sotto i 12 nodi
Le pessime condizioni meteo hanno reso impossibile una riparazione in mare ed Eric rischiava grosso, perché era a rischio anche la tenuta dell'albero. L'approdo alle Falkland è stato difficoltoso per il mare in tempesta
Ha attraversato la linea d'arrivo questa mattina, martedì, alle 07:24 UTC ma per avere il suo bagno di folla dovrà attendere il pomeriggio quando la marea si alzerà e potrà così risalire il canale de Les Sables d'Olonne tra due ali di tifosi entusiasti
Eric Bellion, skipper di STAND AS ONE-Altavia, ha contattato il suo team questa mattina intorno alle 08:33 UTC per comunicare il fallimento della riparazione effettuata sull'attacco della sua vela J2
La patente D1, il cosiddetto “patentino” diurno entro 6 miglia dalla costa, per potenze fino a 115 cavalli, rilasciabile anche ai sedicenni, è stato fortemente voluto e ottenuto da Confindustria Nautica
"Ho capito che avrei vinto solo all’ultimo momento. Quattro anni fa pensavo di vincere fino al pomeriggio finale, prima che Yannick vincesse. Questa volta ho permesso a me stesso di crederci solo quando ho attraversato la linea"
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