“Ho vinto l’America’s Cup da Challenger, l’ho vinta da Defender. Ora non mi rimane altro obiettivo che lasciare a chi seguirà una America’s Cup migliore”. Usa la parola “lasciare” Ernesto Bertarelli nel corso di una sua conferenza stampa tenuta a Roma a margine della manifestazione “Il Velista dell’Anno”, dove al patron di Alinghi è stato conferito un premio speciale proprio per il grande impulso che ha personalmente dato alla diffusione di questo sport. E mai premio fu così meritato ma, quello che ci troviamo di fronte, è un Bertarelli sinceramente preoccupato soprattutto di non poter più portare avanti quelle che erano e sono tutt’ora le sue convinzione su cosa debba essere lo sport velico e l’America’s Cup in particolare:” Non è possibile che questo sport non possa pagarsi i suoi costi da solo magari così come fa il calcio – inizia Bertarelli – e sia alla mercé di singole persone che devono sostenerne quasi tutto il peso economico. La Coppa America – prosegue con un rigore degno di Padoa Schioppa - spende più di quello che incassa e rischia un inevitabile ridimensionamento se non riuscirà a ridurre immediatamente i costi”. Le idee di Bertarelli sono chiarissime e, diciamolo francamente, condivisibili dalla maggior parte degli appassionati: una nuova barca più spettacolare (AC90) con la quale ricominciare tutti da capo ad armi pari; una sola barca per ogni team per ridurre le spese ed impedire sperequazioni tra i team più ricchi e quelli con meno budget; creazione di un circuito che porti l’Americ’as Cup in giro per il mondo (tipo F1). Semplice,lineare, essenziale. Ma allora dov’è il problema? “Forse abbiamo avuto troppa fretta nel riscrivere le regole – ammette – e la sfida spagnola non è stata ritenuta valida a rigor di “Deed of Gift” dalla Suprema Corte di New York.Ma questa Corte è una Corte civile ed è sinceramente difficile far capire ad un giudice che si occupa normalmente di tutt’altro quale sia effettivamente il motivo del contendere. Stiamo ragionando su un documento vecchio di 150 anni – prosegue - rispetto al quale nemmeno la sfida presentata da Oracle è conforme. Ma il giudice capirà fino in fondo la differenza tra un monoscafo e un multiscafo?. Io spero sinceramente – conclude Bertarelli – che il tutto venga rimandato ad un organismo terzo, che abbia competenze specifiche, come potrebbe essere ad esempio l’ISAF”. Vedremo. Intanto Lerry Ellison tiene il punto e non risponde alle sollecitazioni di Ernesto Bertarelli:”Mettiamola così, ci sentiamo al telefono come tutte le persone normali. Io ho il suo cellulare e lo chiamo. Il problema e che anche lui ha il mio cellulare ma non mi ha mai chiamato. Comunque per Lerry è una questione di puntiglio: per due volte è stato eliminato in semifinale e nei quarti ed ora per lui questa è l’occasione giusta per avere finalmente una sfida con il Defender.” Un’ultima battuta è sul catamarano:” Abbiamo iniziato chi allenamenti su un catamarano di 40 piedi, ma loro ne stanno costruendo uno di 90 piedi. Sinceramente costruire una barca simile per soli tre giorni di gara mi crea qualche imbarazzo
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