A dire la verità ce lo aspettavamo un po’ tutti, anche perché in Italia non c’è grande opera o manifestazione sportiva che, prima o poi, non attiri le attenzioni della magistratura. Ed è stato così anche per l’America’s Cup in salsa partenopea, per la quale sono stati aperti dalla Procura di Napoli due fascicoli sulla base di alcuni esposti dettagliati. Dopo le prime indagini, ci sarebbero anche alcune iscrizioni nel registro degli indagati. I filoni dell’inchiesta sono due e ben distinti: il primo riguarderebbe gli illeciti ambientali, con i possibili danni causati dalla nuova scogliera di via Caracciolo, il secondo i possibili reati contro la Pubblica amministrazione, per eventuali illeciti commessi nella gestione dei fondi stanziati, che non avrebbero portato alcun beneficio concreto alla città di Napoli. Le prime acquisizioni di atti sono già in corso a Palazzo San Giacomo per i documenti su gare d'appalto, gestione di fondi e scelte relative all'evento. I due procuratori interessati, Nunzio Fragliasso (danni ambientali) e Franco Greco (reati amministrativi) sono ovviamente muti come pesci e questa mattina non hanno rilasciato alcuna dichiarazione nonostante il pressing dei giornalisti allertati da indiscrezioni circolanti da ieri sul web.
Una parte dell’inchiesta, o meglio dell’esposto presentato, riguarderebbe anche la parte relativa ai diritti di acquisizione della manifestazione che, pur senza alcun documento che lo comprovasse, erano stati definiti un po’ da tutta la stampa di settore “eccessivi”. Napoli ha davvero pagato il 70/80% in più di Cascais e di Plymouth? Nell’esposto si contestano anche i dati istituzionali diffusi dopo l’evento, che parlavano di ritorni per 73,5 milioni di euro.
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