E' ormai evidente che la bolla espansiva (fittizia, in quanto sostenuta artificiosamente da speculazioni finanziarie ed agevolazioni fiscali) dell'Industria Nautica italiana è ormai alla fine di un ciclo. I dati fino ad oggi divulgati confermano un calo significativo di fatturato della produzione anche per il 2009.
Una tendenza che probabilmente sara' confermata nei prossimi mesi consentendo alle Imprese di Servizi che operano nel settore Diporto di sviluppare un fatturato superiore a quello delle Imprese di Produzione.
Una svolta epocale per l'Italia, che dovrebbe essere attentamente monitorata e considerata sia dai Ministeri competenti (Sviluppo Economico, Finanze, Trasporti), che dagli Enti locali (Regioni, Province e Comuni). I quali dovrebbero tenere in maggior considerazione l'apporto economico delle Imprese di Servizi nelle scelte di programmazione futura in termini normativi, di portualita', di promozione, di formazione e di risorse economiche da destinare al settore. Le Imprese di Servizi non costano allo Stato, non potendo ricorrere agli ammortizzatori sociali per superare momenti di difficolta'. Investono in proprio; formano, rivalutano e tutelano i propri lavoratori; sacrificano i propri guadagni per far fronte ai
mancati o ritardati pagamenti da parte delle Imprese di Produzione.
Analogamente, dovrebbero seguire questo nuovo trend anche gli Organizzatori di Saloni ed Eventi dedicati alla Nautica da Diporto, evitando che gli spazi espositivi siano monopolizzati dalle Imprese di
Produzione. Solo in Italia si ignora il fatto, noto ovunque nel mondo, che le unita' impiegate in attività di locazione e di noleggio (Charter Nautico) investono mediamente il 10% del loro valore all'anno in
manutenzione, riparazione e refitting.
Francia, Gran Bretagna, Grecia, Croazia, Spagna ed anche gli USA ringranziano l'Italia che ha continuato a sostenere solo ed esclusivamente le Imprese di Produzione.
La speranza è l’ultima a morire e con venti leggeri previsti per le ore finali lungo la costa della Bretagna verso la Vendée, Yoann Richomme sa che ogni possibilità va sfruttata fino all’ultimo. Nella foto l'Imoca di Jérémie Beyou (Charal)
Richomme recupera qualcosa su Dalin favorito dai venti ed ora è a sole 155 miglia. Tante corse in una, dal Nord Atlantico a Point Nemo. Nella foto Denis Van Weynbergh, skipper dell'Imoca D’Ieteren Group al 35° posto
Ha attraversato la linea d'arrivo questa mattina, martedì, alle 07:24 UTC ma per avere il suo bagno di folla dovrà attendere il pomeriggio quando la marea si alzerà e potrà così risalire il canale de Les Sables d'Olonne tra due ali di tifosi entusiasti
Le pessime condizioni meteo hanno reso impossibile una riparazione in mare ed Eric rischiava grosso, perché era a rischio anche la tenuta dell'albero. L'approdo alle Falkland è stato difficoltoso per il mare in tempesta
Eric Bellion, skipper di STAND AS ONE-Altavia, ha contattato il suo team questa mattina intorno alle 08:33 UTC per comunicare il fallimento della riparazione effettuata sull'attacco della sua vela J2
"Ho capito che avrei vinto solo all’ultimo momento. Quattro anni fa pensavo di vincere fino al pomeriggio finale, prima che Yannick vincesse. Questa volta ho permesso a me stesso di crederci solo quando ho attraversato la linea"
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Nella prima manche i successi di Koyre Spirit of Nerina (ORC A-B), Pomella J (ORC C), Mary Star of the Sea (J80), India (Libera A) ed Hell Cat (Libera B)
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