Da questa mattina la flotta degli otto concorrenti della Volvo Ocean Race è sparsa su una linea di fronte lunga circa 300 miglia da est ad ovest tutta all’interno del Pot au Noir. La scelta estrema di Green Dragon, il più ad ovest di tutti, sembra sia al momento la vincente.
Il concorrente più ad est, Delta Lloyd, persiste nel mantenere una rotta diretta verso le isole Fernando de Noronha, situate a 545 miglia dalla città brasiliana di Recife e accusa, sulla carta, un distacco di 82 miglia dal leader. .
Con l’ingresso nella zona di convergenza intertropicale le medie si sono fortemente abbassate e la flotta procede ora a velocità tra gli 11 e i 16 nodi. I concorrenti stanno attualmente affrontando una zona in cui sono in corso violenti temporali tropicali, alternati a schiarite durante le quali il caldo torrido si fa particolarmente sentire. Tra il vento che va e viene e il pericolo dei temporali, l’unica nota lieta sono i pesci volanti che atterrano direttamente sul ponte contribuendo in modo sostanzioso a variare una dieta composta quasi unicamente da cibo liofilizzato.
In questo week end, comunque, il meteo ha mescolato come previsto le carte. Solo Ericsson 4 ha avuto guai di altro genere: venerdì sera è stato costretto a far rotta su Capo Verde per sbarcare Tony Mutter, il cui ginocchio si era oramai infettato e preoccupava non poco lo staff medico dell’organizzazione. A malincuore anche Torben Grael si è dovuto arrendere all’evidenza ed ha consegnato ad un battello di pescatori uno dei migliori elementi del suo equipaggio, sperando di poterlo ritrovare in splendida forma a Cape Town tra una quindicina di giorni. L’equipaggio svedese non ha però perso troppo tempo in questa deviazione e stamattina si trovava già a sole 67 miglia dalla testa della corsa. Per Telefonica Blue sembrano finiti i guai con lo spi: dopo giorni di ricuciture fatte con mezzi di fortuna, sabato mattina è stato finalmente sostituito ed ora la barca sembra poter competere ad armi pari con le altre. Ora è a 42 miglia dal leader e questa è una grande iniezione di fiducia per un Team che aveva già sopportato una fermata a Gibilterra per problemi alla barra e l’esplosione di una randa.
Sarà comunque una guerra di nervi, con i tattici sotto stress fino all’uscita da questa zona instabile che ora è posizionata tra l’ottavo e il sesto parallelo. Nei prossimi giorni ognuno affinerà la propria tattica per poter uscire al meglio dal Pot au Noir ed infilarsi nel paradiso degli alisei.
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