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Vendée Globe stories: la corsa parallela di Pip e Didac

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Roberto Imbastaro

La britannica Pip Hare dovrebbe attraversare la longitudine del Capo di Buona Speranza domani mattina presto, il suo primo dei tre grandi capi del Vendée Globe. Al 20° posto, sta inseguendo il rivale spagnolo Didac Costa, ed è appena 12 miglia dietro al vigile del fuoco di Barcellona che è al suo terzo giro del mondo in cinque anni, tutti a bordo del suo One Planet - One Ocean, barca che ha iniziato la sua vita come Kingfisher di Ellen MacArthur più di 20 anni fa.

Il passaggio del suo primo Great Cape sarà un momento significativo per la 45enne Pip, il cui IMOCA è dello stesso anno di quello dell'amico e rivale Costa. Il suo si chiamava Superbigou ed è stato costruito dallo skipper svizzero Bernard Stamm e dai suoi amici in un capannone a Lesconcil, in Bretagna, e varato l'11 febbraio 2000. Kingfisher della MacArthur è stato varato nelle stesse settimane dall'altra parte del mondo in Nuova Zelanda.

Come Pip Hare e Didac Costa, anche i due IMOCA sono rivali da tutta la vita! Al Vendée Globe del 2000/2001, Stamm ha dovuto abbandonare mentre la 24enne Ellen MacArthur, 24 anni, si è piazzata seconda e così Hare e Costa, in precedenza, hanno gareggiato contro nei Mini 650 e hanno finito a 40 minuti di distanza l’uno dall’altra l'ultima volta che hanno fatto la MiniTransat.

Costa, che è arrivato quattordicesimo nell'ultimo Vendée Globe, ha riferito ieri sera di aver colpito qualcosa che credeva fosse una balena, anche se non ci sono stati danni al mammifero né alla sua barca. Oltre ad avvisare gli altri concorrenti tramite il quartier generale della regata, si è anche assicurato che Pip Hare, che sta navigando sulla sua scia, ne fosse al corrente.

"Didac mi ha inviato un messaggio ieri per farmi sapere che ha colpito qualcosa. E' davvero bello averlo lì vicino – ha detto Pip Hare alla radio - Ci teniamo in contatto. E' incredibile per me averlo qui come un tracciatore di passo, ma non ho alcuna intenzione di lasciarlo andare, questo è sicuro. Penso che Kingfisher (ora One Planet-One Ocean di Didac) sia una barca più veloce e certamente nella brezza leggera più forte, e sto spingendo molto per tenere il passo. Il problema maggiore è che in questa condizione la barca stringe poco e non ha potenza e momento di raddrizzamento. Faccio davvero fatica a tenerlo. Devo lavorare molto duramente per stargli dietro".

In testa, invece, dopo aver sopportato una settimana faticosa nell'Oceano Indiano lottando per mantenere intatti se stessi, le loro barche e le loro attrezzature in mari grandi e agitati e venti molto rafficati (35-40kts), i leader della regata Charlie Dalin (Apivia) e Thomas Ruyant (LinkedOut) stanno finalmente trovando una via veloce verso est cavalcando un sistema di bassa pressione in rapido movimento.

Con acqua piatta e forti venti da nord-ovest sono in condizioni ideali tanto che il consulente meteo del Vendée Globe (e con tre partecipazioni) Seb Josse, ha detto che questa mattina potrebbe veder cadere il record mondiale di 24 ore di Alex Thomson (536 miglia). Se riescono a continuare a tenere il passo con il fronte che si muove a circa 25kts verso est, potrebbero poi prendere un moderato flusso di vento da un'alta pressione a Cape Leeuwin per completare una sequenza da sogno che potrebbe aprire loro un enorme vantaggio sui loro inseguitori. E in effetti hanno mantenuto medie elevate da ieri sera, più di 20kts, e questo significa navigare spesso a 28-30kts.

"Il tempo è quasi soleggiato, è piuttosto una bella giornata" ha commentato un Charlie Dalin relativamente rilassato durante il Vendée Live di questo pomeriggio.

Ma 600 miglia indietro, nelle profondità infuocate del sistema di bassa pressione, c'è molto vento con  mare agitato, molto più simile alla visione dantesca dell'Oceano del Sud.

"Abbiamo 45 nodi e pioggia orizzontale" ha riferito in un video Damien Seguin, quarto classificato.

"Non ho mai visto un mare così - conferma Maxime Sorel – E’ agitato ed è molto difficile andare avanti; prende la barca, la barca accelera in avanti salendo a 29 nodi ma, se sei troppo lento, le onde ti raggiungeranno ed esploderanno sullo specchio di poppa. È orribile".

Le nove barche che navigano nella scia di Dalin e Ruyant sono state sorpassate dalla parte anteriore della perturbazione che aveva raffiche di 50 nodi. Con questi mari enormi e confusi, le regate sono di attesa e l'autoconservazione diventa la sfida più importante. Damien Seguin, che si trovava al quarto posto, ha segnalato un guasto al suo autopilota principale. Il suo supporto sta cercando insieme a lui di risolvere il problema”.

E Seb Josse conclude:"Il grande Sud è una gara di resistenza che lentamente ti consuma".


07/12/2020 19:58:00 © riproduzione riservata






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