« Il vento è montato brutalmente questa notte nella baia di Cadice, passando velocemente da 5 a 25 nodi. Ho fatto delle punte di 32/33 nodi per poi ritornare a circa 20 e poi ripartire di nuovo velocemente. E’ stata una partenza molto violenta”. Così alla radio un Francis Joyon subito in palla e gasato dale condizioni meteo trovate alla partenza da Cadice che lo pongono nelle migliori condizioni per tentare di battere il record. Il vento da nord-nord-ovest soffia forte nelle vele del maxi trimarano IDEC che naviga al lasco a 120° e la voce di Francis Joyon arriva calma e rassicurante malgrado la barca vibri per la velocità. Va forte, fedele alla sua filosofia che “per fare un record bisogna andare al massimo per tutto il tempo della gara”.
Alle 13h40 la latitudine dello stretto di Gibilterra era già lontana dietro la sua scia ed aveva già anche passato l’altezza di Rabat. “Per 7/10 ore farò questa rotta vicino al Marocco per andare a cercare una rotazione del vento”. La media di IDEC era a quel momento già molto elevata: più di 25 nodi sulle ultime 4 ore di corsa, con punte di oltre 27 nodi tra le 12h40 e le 13h40. In quel momento il maxi trimarano rosso aveva già una trentina di miglia di vantaggio sul tempo del 60 piedi Sodeb’O di Thomas Coville, detentore del record da battere: 10 giorni, 11 ore, 50 minuti e 46 secondi. Per migliorare questo record, Francis Joyon dovrà passare la linea di arrivo alle Bahamas prima del 7 novembre alle 18h20’ e 43” ora italiana. E’ certamente trioppo presto per poter dire se l’impresa riuscirà, ma le premese sono buone. IDEC è largamente al di sopra, al momento, della media di 22 miglia da tenere fino in fondo. “ Se tutto va bene dovrei essere in vista delle Canarie tra 24 ore” stimava Joyon stamattina, sapendo che c’è una porta obbligatoria da rispettare a Gran Canaria. Perché questa Route de la Découverte ricalca il percorso delle Caravelle di Cristoforo Colombo nel 1492.
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