Una splendida giornata di sole di fine ottobre, con temperature vicine ai 30 gradi; di quelle che, da una parte, ti fanno benedire di essere al sud e, dall’altra, ti fanno maledire la italica stupidità politica e, forse, anche un po’ la mancanza di coraggio imprenditoriale.
Destagionalizzare è la parola d’ordine riferita al turismo che ormai sentiamo ripetere da anni da
ogni politico, nazionale o locale, che affronti il tema. Ma qui, siamo a Castellammare di Stabia in uno splendido e attrezzato Marina dove si svolge la Borsa Internazionale del Turismo Nautico, la «stagione», come la chiamano al Sud, è finita subito dopo ferragosto. In questo vero paradiso della vela invernale ci godiamo le tante imbarcazioni ormeggiate che offrono il loro prodotto, ovvero splendide e a volte confortevolissime vacanze in barca. Già il fatto che siano qui, lustre e imbellettate come gran signore alla prima della Scala, invece che a trasportar per mare torme di turisti finnici che un caldo così non ce l’hanno nemmeno a luglio con il riscaldamento acceso,
qualcosa vorrà pur significare. Ma avete mai visto almeno una regione promuovere la propria offerta turistica all’estero parlando anche di turismo nautico e di charter?
Sicuramente no, ma ogni singolo salametto, ogni tipo di mozzarella, ogni vitigno anche barbaro e scono luglio con il riscaldamento acceso, qualcosa vorrà pur significare. Ma avete mai visto almeno una regione promuovere la propria offerta turistica all’estero parlando anche di turismo nautico e di charter? Sicuramente no, ma ogni singolo salametto, ogni tipo di mozzarella, ogni vitigno anche barbaro e sconosciuto viene proposto a Singapore come a New York. Visto che ormai l’America ci ha fornito un «opinion meter» come Joe l’idraulico, chiederemo a lui se è più attraente nell’immaginario di chi sceglie una vacanza la bontà del culatello o una crociera sulle rotte di Ulisse. E mentre nella canicola ottobrina sognavamo questa impossibile vacanza fuori stagione ammirando, oltre le vele, anche degli splendidi «ferri da stiro» sui quali si potrebbe passare la vita e non solo una vacanza, si è materializzata davanti ai nostri occhi la Myra. Vederla e salire a bordo è stato un tutt’uno. La prima impressione, una volta a bordo, è quella dello spazio e
della comodità. D’altronde la lunghezza è giusta (23,90 metri), ma la larghezza, 7 metri e mezzo, è da galeone. Massimo Marci, armatore di questo splendido schooner dallo scafo in acciaio, ne è giustamente orgoglioso: «Lo abbiamo costruito nel 2003 proprio per questo utilizzo. Ha due alberi con 300 mq di vele e lo scafo in acciaio, ma la coperta e la tuga sono in teak e mogano, così come sono in mogano tutti gli interni». La comodità garantita agli ospiti è eccezionale: «Ha sei cabine doppie con doccia, lavandino bagno e aria condizionata – prosegue l’armatore - un cuoco che sa viziare, una buona scelta di vini». Le altre cose ve le diciamo noi: si usa solo pasta di Gragnano, olio e pomodorini della costiera, mozzarella di bufala campana. Ma chi apprezza questo tipo di vacanza? «Soprattutto stranieri e soprattutto nord europei. Di italiani ne abbiamo pochi – conclude Massimo Marci – ed è una clientela esclusivamente del nord». Una clientela, aggiungiamo noi,
che oltre al mare è attenta anche alla cultura perché molti itinerari del Myra coniugano la richiesta di relax al desiderio di conoscere i tanti siti archeologici e culturali della Campania. Naturalmente da aprile a giugno e da settembre a novembre, ovvero come destagionalizzare concretamente. Di prezzi non ne parliamo anche perché la Myra Charter non è un nostro inserzionista, né un nostro abbonato, né abbiamo il fine di reclamizzarla. Ma l’abbiamo assunta a emblema della qualità che sa esprimere il charter nautico italiano e che vorremmo fosse adeguatamente promossa anche istituzionalmente. Abbiamo rilevato a Castellammare che la proposta di charter italiana è così varia
da poter soddisfare qualsiasi tipo di domanda e di borsa: c’è l’offerta per i giovani, per le famiglie, e anche quella tarata su misura per i nuovi ricchi dell’est. Infine, tornando sul discorso prezzi, la spesa per una settimana su un charter di livello non supera i prezzi di molti rinomati «villaggi vacanze». E, comunque, vuoi mettere la soddisfazione?
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