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Vendée Globe: Thomson conquista l'Equatore, ma Ruyant incalza a 7 miglia

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Roberto Imbastaro

Alex Thomson (HUGO BOSS), come da previsioni, è stato il primo skipper ad attraversare l’Equatore, entrando nell’emisfero Sud alle ore 13.19 UTC di mercoledì, dopo 9 giorni, 23 ore e 59 minuti (nell'edizione 2016 Thomson, in testa anche allora, aveva impiegato 9 giorni 7 ore e 02 minuti). L’aggiornamento di questa mattina ci regala un duello serrato con gli immediati inseguitori, perché Thomas Ruyant è a sole 7.8 miglia da Alex e Charlie Dalin a 36.1 miglia alle ore 10:30.

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Altri 5 skipper dopo di lui sono passati nell’emisfero Australe, durante la notte: Thomas Ruyant, (Linkedout), Charlie Dalin (Apivia) e Jean Le Cam (Yes We Cam!), rispettivamente in seconda, terza e quarta posizione. Il quinto è stato Kevin Escoffier (PRB) che ha attraversato il 19 novembre alle 03.21, e il sesto Louis Burton (Bureau Vallée 2).

Il resto della flotta, ancora alle prese con i Doldrums, sembra di ottimo umore, e registra velocità a due cifre che fanno ben sperare per il passaggio dell’Equatore: il velista italiano Giancarlo Pedote – in compagnia degli adorabili peluche regalati dai figli – sta facendo un’ottima e consistente regata, che lo ha portato a scalare la classifica posizionandosi tredicesimo. A bordo di Prysmian Group, Pedote tiene a bada lo skipper francese Maxime Maxime Sorel (V and B - Mayenne), che gli sta alle costole, e sembra molto soddisfatto: «Vivo il presente, la vita è bella, prendo solo il lato positivo delle cose. Adesso spero che Nettuno ci faccia passare…»

Lo skipper giapponese Koji Shiraishi (DMG MORI) ha finalmente terminato di riparare la randa, rovinata dopo una doppia strambata involontaria avvenuta nelle tempeste dei primi giorni, mentre Alexia Barrier cerca un po’ di ristoro dalle fatiche degli ultimi giorni: «Ho fatto tante manovre ieri, però mi sono riposata e oggi sono felice di planare sulle onde a queste velocità. Non vedo l’ora che sia giorno per ammirare il cielo e il mare».

A bordo di Campagne de France, Miranda Merron racconta: «Ci sono 20 nodi di vento ma un attimo dopo arriva la raffica a 30; la barca plana o si ferma sulle onde, tutto dipende da quello che farà il vento. Una volta, dopo il tramonto, mi accorgo di avere qualcosa (plastica, reti da pesca?) impigliata attorno alla chiglia perché barca rallenta di colpo. Così, mentre c’erano 25 + nodi di vento, ho dovuto chiudere entrambe le vele di prua e liberarmi di quella schifezza. Ci sono voluti tre tentativi!».

L’alta pressione di Sant'Elena che domina i sistemi meteorologici nell'Atlantico meridionale, è spostata leggermente a Est con una bassa pressione a Ovest: questo genera un corridoio di corrente d'aria SE che, se le cose restano così, consentirebbe ai leader di seguire una rotta più diretta e veloce verso Sud-Est.
In generale, gli Alisei dell’Atlantico del Sud di solito avvantaggiano il leader, che beneficia per primo di venti più forti navigando ad angoli maggiori.

«Penso che tutte le nuove barche siano più o meno le stesse in termini di velocità a questi angoli; il vantaggio del leader è andare a Sud e navigare nel vento migliore per primo, aumentando progressivamente velocità e distacco sugli avversari. Alex è tranquillo, sono sicuro che si riposerà più che può dopo i Doldrums che sono stati molto “gentili” con lui», spiega Ross Daniel, direttore tecnico dell'Alex Thomson Racing Team.

L’incredibile Jean Le Cam (Yes We Cam) - che dal 2004 fino alla scorsa edizione ha detenuto il record del passaggio all'Equatore, è sceso al quarto posto. Le Cam sarà molto dispiaciuto del ritiro di Nicolas Troussel dopo il disalberamento. Sono amici e hanno corso insieme la Transat Jacques Vabre lo scorso anno mentre Troussel aspettava che il nuovo IMOCA CORUM L'Épargne progettato da Juan K fosse pronto.

Troussel raggiungerà le isole di Capo Verde non prima di venerdì. Il suo ritiro è una doccia fredda, considerando le sue grandi aspettative, la fiducia che riponeva in questa nuova barca e il fatto che l’edizione 2020 sarebbe stata l’occasione che attendeva per mettersi “al pari” con i suoi amici, Armel Le Cléac'h e Jérémie Beyou. Vent'anni fa questo talentuoso trio, infatti, si si allenava insieme nella Baia di Morlaix sotto la guida di Hugues Imbert, direttore del club di Carantec e Bruno Jourdren. In seguito Beyou, Le Cléac’h e Troussel hanno tutti vinto La Solitaire du Figaros (due volte Beyou e Troussel, tre volte Le Cléac'h).

Però la fortuna questa volta ha girato le spalle sia Nicolas sia a Jeremy… Finora i Doldrum non sono stati particolarmente ostili, non dimentichiamo che Charal è rimasto bloccato tre giorni nella Transat Jacques Vabre del 2019… Impossibile fare previsioni. Il meteorologo, Jean-Yves Bernot, lo dice molto chiaramente: «Prevedere dove arriverà il vento nei Doldrums è un po’ come indovinare dove uscirà la prima goccia di vapore dalla pentola…»


19/11/2020 12:40:00 © riproduzione riservata






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