Quando la nona edizione del Vendée Globe, il giro del mondo in solitario, senza scalo e senza assistenza, partirà alle 13.02 (ora francese) di domenica 8 novembre, non ci sarà la tradizionale folla festante a salutare gli skipper.
L’emergenza sanitaria, infatti, ha imposto che i 350.000 visitatori che, ogni quattro anni affollavano le Sables D’Olonne per salutare gli oceanici (oggi presenti nel numero record di 33, comprese 6 donne), non siano ammessi. Quando i velisti sfileranno nel Canale per raggiungere la linea di partenza, quindi, saranno circondati da un relativo e inedito silenzio.
Ma anche se non fisicamente, il pubblico che dal 1989 segue l’Everest della Vela sarà comunque al loro fianco, accompagnandoli “virtualmente” con messaggi che i loro beniamini leggeranno su mega schermi posizionati lungo il canale. E non è finita: perché i fan potranno seguire sia la partenza in diretta, sia tutta l’avventura del Vendée Globe minuto per minuto sulle Tv e sulle piattaforme digitali della manifestazione.
Chi vincerà?
Non è facile individuare un favorito: sulla linea di partenza ci saranno 8 nuovi IMOCA 60 foiling, nati da 4 studi progettuali diversi e ognuno di loro rappresenta l’eccellenza, in termini di design e tecnologia, secondo la visione del rispettivo progettista. Il vincitore dell’edizione 2012, Francois Gabart, non ha dubbi: «Al 95% il vincitore sarà uno di questi».
I foil che oggi sollevano scafi di 7,5 tonnellate sono grandi più del doppio rispetto a quelli “ad ala di pollo” che hanno fatto la loro comparsa nell’edizione 2016-17. Di conseguenza, le velocità massime previste adesso si aggirano sui i 35 nodi e si prevede che le medie giornaliere nelle 24 ore superino le 600 miglia nautiche. Gli esperti, inoltre, non hanno dubbi che il record attuale di 74 giorni e 3 ore (stabilito da Armel Le Cléac'h nel 2016) possa scendere al di sotto dei 70 giorni.
Quattro velisti, in particolare, sono sotto osservazione, in quanto mix perfetto di eccellenza tra barca nuova, esperienza, cv e determinazione: cominciamo da Jérémie Beyou, terzo alla scorsa edizione e determinato a scalare il podio… la sua barca Charal (progetto VPLP) è stata la prima del gruppo a scendere in acqua (agosto 2018) permettendo allo skipper di avere molto tempo per gli allenamenti e il rodaggio. Tre volte vincitore de La Solitaire du Figaro, Beyou, 44 anni, ha vinto la Vendée Arctique a luglio, regata preliminare al Vendée, ed è anche stato in testa per tutta la Transat Jacques Vabre prima di essere intrappolato nei Doldrums, concludendo al terzo posto.
Un altro favorito è certamente il britannico Alex Thomson, secondo dietro Armel Le Cléac'h nel 2017. Thomson corre su HUGO BOSS un progetto di VPLP da molti considerato il più estremo della flotta. Il 46enne di Gosport ha potuto correre una sola regata da quando la barca è stata varata nell'agosto dello scorso anno, la Transat Jacques Vabre, che poi ha dovuto abbandonare per un’avaria.
Thomson – un inedito assoluto - gestirà e timonerà la barca dall’interno, osservando le vele tramite schermi collegati a una serie di telecamere esterne. Il suo team ha sviluppato inoltre un proprio sistema di intelligenza artificiale per l’autopilota e un esclusivo programma di sviluppo delle vele.
Il pericolo è che le nuove barche, se non ben collaudate, possano non essere affidabili: «Penso che nessuno sia riuscito ad allenarsi quanto avrebbe voluto e soprattutto testato i foil nelle condizioni che affronteremo negli oceani del Sud. Ci vuole almeno un anno per entrare in confidenza con queste barche, ed è il tempo che abbiamo impiegato noi; ma le altre?!».
Charlie Dalin è al suo primo Vendée Globe, ma il 36enne, cresciuto ammirando i giganti della vela oceanica e le loro imbarcazioni che si radunavano ogni due anni nel porto della sua città di Le Havre per la Transat Jacques Vabre, ha messo in piedi un programma potenzialmente vincente.
Architetto navale laureato a Southampton, Dalin corre sull’IMOCA Apivia - disegnato dal progettista vincitore della Coppa America Guillaume Verdier – e può contare sul sostegno di Francois Gabart come manager della campagna. Apivia ha vinto la Transat Jacques Vabre dello scorso anno ed è stata seconda alla Vendée Arctic; Dalin, inoltre, è uno dei “pupilli” di Michel Desjoyeaux, l'unico skipper ad aver vinto due volte il Vendée Globe.
«Per me è il migliore perché è l'unico che conosco che ha fatto quattro podi consecutivi a La Solitaire du Figaro e questo dice tanto della sua bravura. Infatti è arrivato sin qui», ha commentato recentemente il “Professore”.
Thomas Ruyant, 39enne della Normandia, si è dovuto ritirare nell’ultima edizione quando la sua barca è stata quasi tranciata in due da un oggetto galleggiante a ovest della Nuova Zelanda. Oggi è tornato e ambisce al podio con un secondo design Verdier altamente performante. È un velista di grande esperienza e talento e dopo la delusione della passata edizione avrà voglia di riscattarsi…
La britannica Sam Davies, quarta nel 2008-2009, è “portabandiera” della flotta femminile composta da 6 donne. Nei quattro anni trascorsi dall'ultima regata ha lavorato instancabilmente per migliorare e ottimizzare il suo Initiatives Coeur varato nel 2010.
La 46enne inglese, ma basata in Francia, ha alle spalle oltre 25 anni di regate oceaniche e d’altura ed è stata skipper dell’equipaggio tutto femminile Team SCA alla Volvo Ocean Race 2014-15. Anche se dotata foil di ultima generazione, la sua barca non potrà raggiungere le velocità degli scafi appena varati, ma l’esperienza e la determinazione fanno, di Sam, un temibile avversario.
Davies dovrà vedersela con un ristretto gruppo di barche targate 2012, come quella dello skipper 39enne tedesco Boris Herrmann (Seaexplorer-Yacht Club de Monaco) e quella del 40enne francese Kevin Escoffier (PRB). Non sarebbe una sorpresa trovare qualcuno di loro sul podio…
Lo skipper più giovane è lo svizzero Alan Roura, che partecipa al suo secondo Vendée Globe all'età di 27 anni; il più grande è il 61enne Jean Le Cam, che corre per la quinta volta consecutiva. Anche gli scafi hanno un’età variabile e ci sono ben 23 anni di stacco tra TSE-4 MyPlanet di Alexia Barrier, varato nel 1998, e le ultime macchine volanti foiling.
Tra gli skipper di 9 Paesi ci sono le britanniche Pip Hare, 46 anni di Poole che partecipa per la prima volta su Medallia, e Miranda Merron, 51 anni, che vive in Francia e gareggia su Campagne de France. Il 53enne giapponese Kojiro Shiraishi ha un nuovissimo foiler DMG MORI con il quale cercherà di portare a casa un buon risultato, mentre il vigile del fuoco di Barcellona Didac Costa, 14 ° nel 2017, torna a 39 anni per un secondo Vendée Globe su OnePlanet-OneOcean, nato come Kingfisher di Ellen MacArthur. Sarà la terza circumnavigazione di Costa in cinque anni sul famoso 60 piedi IMOCA che festeggerà il suo 21esimo compleanno a febbraio.
L'italiano Giancarlo Pedote, 44 anni, corre su Prysmian Group, scafo che nell’ultima edizione si è classificato 4°. Negli anni Pedote ha portato a casa – su differenti tipologie di imbarcazioni - innumerevoli risultati, tra i quali un secondo posto alla Mini Transat (Classe Mini 6.50), il record al Trophée Marie-Agnés Pèron, due vittorie alla Trinité Plymouth e una serie di podi che gli hanno valso nel 2013 il primo posto nel ranking mondiale, il titolo di Champion de France Promotion Course au Large en Solitaire e quello di Velista dell’Anno. E, ancora, una partecipazione alla Route du Rhum e, nel 2015, la celebre Transat Jacques Vabre, vinta nella divisione dei Multi 50 con il co-skipper francese Erwan Le Roux.
Dalla Finlandia arriva invece, il pilota di linea Ari Huusela, 57 anni, che corre su STARK.
Previsioni meteorologiche
Le condizioni per la partenza fissata alle 13.02 (ora locale) di domenica al largo di Les Sables d'Olonne parlando di vento da SE sui 12-15 nodi che dovrebbe garantire acqua piatta per uno sprint dalla linea di partenza fino alla boa di disimpegno, a sette miglia dalla linea.
La flotta proseguirà quindi verso Ovest ad alta velocità la prima notte, mentre la brezza ruoterà progressivamente verso sud e poi sud-ovest all'arrivo di un fronte che porterà venti a 25 nodi con raffiche a 40 e onda di 4.5 metri.
Gli skipper potranno poi volare verso sud spinti da una discreta brezza da nord-ovest. La difficoltà sarà attraversare una linea di alta pressione e venti deboli prima dell’arrivo di un secondo fronte che i leader dovrebbero incontrare nella notte tra martedì e mercoledì.
Il tedesco Herrmann riassume: «Sicuramente è una situazione meteorologica complessa e saremo costretti a rallentare un po’. E’ facile commettere errori in quanto alcuni dettagli non sono chiari ed quindi importante vedere se e come la flotta resta vicina. Ma di sicuro non è la classica situazione che immagini per anni e anni: pestare il piede sull’acceleratore verso ovest, arrivare a Capo Finisterre e scendere in poppa… no, stavolta è molto più un lavoro di bolina».
Tutti negativi i 33 skipper del Vendée Globe
I test PCR effettuati dagli skipper 48 ore prima dell'inizio del Vendée Globe hanno dato 33 risultati negativi per Covid-19! La flotta sarà quindi compatta sulla linea di partenza questa domenica, alle 13:02, per l'inizio del nono Vendée Globe!
Nessun caso positivo per Covid-19, e nessun caso di contatto: i 33 skipper sono sfuggiti alla spada di Damocle che aleggiava sopra le loro teste. Questa è una notizia straordinaria per i velisti e anche per tutti coloro che sono stati coinvolti nel progetto del giro del mondo che dura da 4 anni.
Yves Auvinet, presidente del Vendée Globe: «Il protocollo sanitario messo in atto dall'Organizzazione ha consentito di preservare efficacemente l'intera flotta per la partenza di domani. Vorrei ringraziare gli skipper e i team per aver rispettato questo sistema restrittivo, ma tuttavia necessario dato il periodo attuale».
Pochi avrebbero immaginato che questa edizione del Vendée Globe si sarebbe trasformata in una battaglia a tre, e ancora meno avrebbero previsto che Seb Simon, con una barca priva di foil di dritta, avrebbe tenuto testa al duo dei favoriti
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Ai ritmi attuali, sembra certo che il leader (chiunque sarà) batterà il record di Armel Le Cléac'h del 2016 per il passaggio di Capo Horn, fissato a 47 giorni e 34'. La foto "innevata" è stata scattata da Boris Herrmann a bordo di Malizia-Seaexplorer
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