Ore a ciondolare davanti a les Sables d'Olonne prima di poter entrare. E' così la costa atlantica francese, accarezzata da maree che nessun "mediterraneo" può immaginare. Uscire in mare da quelle parti è complicato per chi non ne conosca a menadito le leggi fin da bambino. E non a caso queste coste sono sempre state e sempre saranno fucina di grandi velisti. Gli ultimi momenti da solitario Arnaud Boissières (Akena Verandas) li ha vissuti sotto un cielo grigio e un mare calmo appena disturbato da un vento leggerissimo. Magari pensando a Michel Desjoyeaux che, terminato il tuo tour mediatico da vincitore, è già volato in una spiaggia tropicale per deumidificare un po' le ossa al sole. Settimo, ma soprattutto arrivato alla fine. Un grande risultato riuscito solo ad un terzo dei partecipanti a questo giro del mondo a vela in solitario, tanto difficile da dover essere chiamato Everest della vela.
Festeggiamenti come per il primo, perché chiunque arrivi in fondo, qui viene festeggiato come un eroe e, cosa non secondaria, anche perché Arnaud Boissières e la sua Akena Verandas qui sono di casa anche durante l'inverno. Steve White (Toe in the Water) dovrà invece pazientare ancora qualche giorno prima di vivere la stessa festa. Che sarà poi l'ultima completa di questo vendèe Globe perché, dopo martedì, il grande villaggio allestito per la corsa verrà smantellato. Per gli altri tre che ancora sono in atlantico, Rich Wilson, Raphael Dinelli e Norbert Sedlacek, ci saranno magari solo i parenti più stretti ma sarà lo stesso festa grande...tra un paio di settimane quando incominceranno ad arrivare. Rich Wilson (Great American III), il primo dei tre a 2250 miglia dall'arrivo, ha inoltre di fronte il grande problema dell'anticiclone delle azzorre che si è piazzato sulla sua rotta e embra intenzionato a rimanerci. Anche per lui si prospetta un lungo giro verso ovest, quasi come se si dovesse dirigere negli Stati Uniti.
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