Archiviata l’inchiesta bis sulla strage della Moby Prince, il traghetto che la sera del 10 aprile 1991 davanti a Livorno entrò in collisione con una petroliera provocando la morte di 140 tra passeggeri e membri dell' equipaggio. Il gip di Livorno, Rinaldo Merani, ha recepito la richiesta di archiviazione nello scorso maggio presentata dalla stessa Procura livornese.
In aula anche Angelo Chessa, figlio del comandante del traghetto morto nell'incidente, e l'avvocato di alcuni familiari delle vittime Carlo Palermo, il cui esposto tre anni fa spinse la magistratura a riaprire le indagini ipotizzando che nella rada stessero, al momento del disastro, avvenendo movimenti sospetti per un traffico illegale di armi tra alcune navi e la vicina base americana di Camp Darby.
Nel dispositivo di archiviazione il gip ha confermato che non sussistono elementi a sostegno degli scenari proposti dall’avvocato Palermo che all’uscita dal tribunale ha così commentato:” Non abbiamo portato altri elementi perché era evidente che il giudice avrebbe dichiarato l'inammissibilità della parte offesa per i reati legati ai traffici di armi che non sarebbero stati connessi all'episodio del Moby”. Le parti offese sono invece state accolte per il reato di omicidio colposo che tuttavia è già prescritto. Secondo la richiesta di archiviazione della Procura a causare il disastro della Moby Prince sarebbero state varie concause, tra cui l'errore umano, la concomitanza di circostanze sfortunate come la nebbia e la collisione con una cisterna piena, e l'insufficienza delle regole di sicurezza in rada. I diversi processi celebrati negli anni passati non avevano individuato colpevoli.
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