Questo libro è la storia di un viaggio sulle tracce di Giacomo Bove, esploratore piemontese della fine dell’800 che sognava di arrivare al Polo Sud percorrendo un “sentiero estremo” attraverso terre ancora sconosciute. A più di un secolo di distanza, l’autore osserva con occhi nuovi una zona che nel frattempo si è modernizzata e assomiglia più a un luna park che a una landa sconosciuta, nella quale i percorsi sono diventati più facili ma non per questo hanno perso il loro fascino e il loro mistero. La Terra del Fuoco è coperta solo in alcune zone dalle strutture della civiltà; le tracce sono a volte nascoste, altre volte scomparse; di loro rimane il senso e la memoria, ma su quella memoria e su quello che è rimasto si possono scoprire ancora cose splendide e rintracciare i ricordi di una terra che a lato delle strade asfaltate o sterrate e delle città circondate dal deserto, nasconde la sua origine di isolamento e di natura selvaggia. Gli uomini e le donne che hanno visitato quell’estremo lembo della Terra prima della civilizzazione, si sono dati il cambio nel corso degli anni per disegnare i limiti e riconoscere i confini del mondo. Il contributo dell’autore è quello di un viaggiatore che non vuole colonizzare nulla, ma semplicemente cercare di entrare nei sassi e nella terra per fare rivivere quello che ha appreso del passato.
L'AUTORE::
Claudio Ceotto. Libraio viaggiatore scrittore, vive a Genova in una casa ai confini della città e in una libreria abbastanza vicina al mare, in mezzo a libri antichi vecchie edizioni da cui trae ispirazione. Ha scritto libri per ragazzi (Lune indane e Agguato nellaforesta di Iguazù per Giunti e Phénix per Elvetica Edizioni) e viaggia senza sentirsi un turista, preferibilmente sulle tracce di un sogno suo o di qualche personaggio del passato.
IL BRANO:
«Ovunque ghiacciai, senza linee di confine, senza nomi né rivendicazioni di paese. Le cime si alternano, affacciate sulla calma del canale che si insinua tra loro come una larga strada, un disegno complesso in cui scivola il vento, leggero e silenzioso o aggressivo e rombante, che tortura gli alberi e rende simile a spilli di ghiaccio la neve che scende improvvisa. Oltre l’isola di Navarino c’è Capo Horn con il suo cimitero di navi, mito e spauracchio dei velisti, il sogno di mio padre, che non potrà mai vedere quello scoglio che divide due oceani; perché è poi null’altro che uno scoglio, muto e onnipresente spettatore delle esibizioni di un mare perennemente in tempesta. Un’ultima virata, atterraggio perfetto. Saluto il pilota. Improvvisa, una rivelazione: ecco chi è! E’ il cassiere del locutorio, il posto telefonico dove vado sempre.»
Il sentiero estremo
Sulle tracce di Giacomo Bove in Patagonia e Terra del Fuoco
Claudio Ceotto
L’esploratore piemontese che sognava di arrivare al Polo Sud per un “sentiero estremo” e sconosciuto
CDA & VIVALDA Editori
collana: Le Tracce
pp. 96
€ 12.00
prima edizione 2008
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