Il 26 dicembre 2009 baia di Sydney ore 10:00, Matteo Miceli è al timone al momento della partenza della Rolex Sydney Hobart. Nonostante l’inizio emozionante e un’ottima partenza la barca, poco performante, è uscita dalla baia di Sydney in coda al grosso della flotta (100 imbarcazioni).
Pachamama fa parte di una spedizione e gira il mondo dal 2002 e ha a bordo attrezzature molto pesanti; questo peso eccessivo e la mancanza di spi penalizzano le performance impedendo a Pachamama di sfruttare al massimo i venti di poppa. Figuriamoci risalire il vento!
Di ora in ora rimangono indietro pur riuscendo a coprire una buona distanza. Le previsioni meteo sono poco favorevoli e i 40 nodi di vento che li stanno accompagnando sono previsti in aumento.
Sabato 27 dicembre, pur rendendosi chiaramente conto delle difficili condizioni meteo, Matteo pensa si possa proseguire ed arrivare al traguardo ma Dario, il comandante, comunica all’equipaggio la decisione di fermarsi a Eden per fare qualche riparazione in attesa che il meteo si ristabilisca, per poi proseguire nuovamente per Hobart affrontando lo stretto di Bass.
Le condizioni meteo sembrano migliorare, Pachamama riparte da Eden ma un forte vento da sud non la fa’ andare avanti ed il pensiero di Dario è quello di chiedersi cosa farebbe se non fosse in una regata. La risposta poteva essere una sola: preservare la barca, pensando ai motivi che lo portano a solcare i mari da 7 anni. Decidono poi, insieme all’equipaggio, di rientrare a Sydney per trascorre nell’immensa baia il capodanno.
E’ stata una decisione sofferta, ma con il loro dietrofront di fatto hanno rispettato la natura, ovvero la motivazione principale che guida la spedizione di Pachamama; ed hanno avuto ragione perché il vento ha in seguito rinforzato contrario e costante a 45 nodi con raffiche fino a 62. Non era aria da Pachamama.
Matteo non riesce a dispiacersi per il ritiro dalla Rolex Sydney Hobart. Anche se l’avventura in regata è sfumata ne è cominciata un’altra. Dario, durante la navigazione notturna del 30 dicembre in rotta verso Sydney, gli chiede di rimanere a bordo e proseguire a navigare con loro. Il programma è quello di raggiungere Lord Howe Island a 400 miglia a est dell’Australia. Matteo non esita e decide di rimanere imbarcato ritardando il suo rientro in Italia. Una bella crociera istruttiva per Matteo insieme a Dario, Sabine e i loro 2 figli (il terzo in arrivo): navigheranno insieme in questo tratto della spedizione centrata sulla salvaguardia del nostro pianeta.
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