Per noi che siamo cresciuti guardando in tv “La nonna del Corsaro Nero” il concetto è chiaro, ma per quei pochi che non lo sapessero ribadiamo la differenza tra un pirata e un corsaro: il pirata agisce per proprio conto assaltando e depredando qualsiasi imbarcazione, il corsaro è autorizzato da uno Stato ad assaltare e anche a depredare tutte le imbarcazioni nemiche. Il corsaro è un regolare combattente al quale veniva rilasciata addirittura una patente, detta “Lettera di Marca”, dallo Stato per il quale agiva. I corsari erano tenuti a rispettare i navigli degli stati neutrali e ad attaccare esclusivamente le navi e i beni degli stati nemici. E il dubbio se i cosiddetti “pirati somali” debbano essere chiamati pirati o corsari ci è sorto al sequestro di una nave ucraina che trasportava 30 carri armati russi. Non grano o turisti francesi, ma carri armati. Ma che bravi sono diventati questi pescatori somali spinti alla pirateria dalla crisi politica e economica del loro paese. Dei veri professionisti dell’arrembaggio quali non se ne erano più visti dai tempi di Francis Drake (inglese e al servizio di Sua Maestà Britannica tanto per inciso). E se è la crisi economica ad armare i pirati, tremiamo al pensiero che, una volta che la recessione - come tutti dicono - colpirà l’Italia, i terribili pirati chioggiotti, sulle loro turbosoffianti, spargeranno il terrore nell’Alto Adriatico. In Somalia la pirateria è nata si per fame, ma non solo per la crisi politica della Somalia: in quel tratto di mare senza alcun controllo ogni nave di passaggio ha fatto praticamente di tutto, compreso lo scarico a mare di ogni tipo di rifiuto. Se i primi assalti a barche di passaggio potevano essere considerati episodi di pirateria, questi di oggi ci sembrano tutt’altra cosa. Ed essendo consapevoli che la storia si ripete sempre e l'epoca di sir Francis Drake non è poi così lontana, c’è da chiedersi chi muove i cosiddetti pirati somali e a cosa serve una presenza navale europea in quella zona. Ma essendo un semplice giornale di vela, e quindi futile per definizione, lasciamo a altri ben più titolati queste considerazioni. Ora ufficialmente si è deciso di procedere con il pugno di ferro e domani sarà il giorno in cui comincerà la prima missione navale militare mai intrapresa dall' Unione Europea: Eunavfor Atalanta. Sotto uno squisito profilo giuridico la missione nasce su mandato ONU per scortare i mercantili che trasportano gli aiuti umanitari del programma alimentare mondiale PAM delle Nazioni Unite ma, nelle loro regole d’ingaggio, che saranno ufficializzate domani a Bruxelles dai Ministri degli Esteri dei 27, è prevista la possibilità di prestare soccorso a tutte le navi che incrociano nella zona nel caso di un attacco pirata, anche facendo uso delle armi da fuoco. Resta da risolvere il rebus della giurisdizione: nel caso di cattura chi potrà legalmente perseguire i pirati e a quale paese andranno consegnati? La domanda non è peregrina perché la base della forza navale è a Northwood, in Inghilterra, e gli inglesi mettevano alla forca i pirati ed accoglievano con tutti gli onori i corsari.
L’Italia, che ha nelle acque del Golfo di Aden il cacciatorpediniere Durand de La Penne, non partecipa alla missione, che sarà sotto comando greco e vedrà impegnate sei navi da guerra e tre aerei da ricognizione per sorvegliare un'area che si estende per circa due milioni di chilometri quadrati e in cui rientra il Golfo di Aden
Tutte le statistiche della corsa fino ad oggi, con Dalin che ha passato per primo l'Equatore, Point Nemo e tutti i capi ad eccezione dell'Horn. Yoann Richomme lo segue a 123 miglia
Tanta fatica, dovuta al meteo inclemente ed alle rotture che hanno impegnato al massimo Giancarlo in questi ultimi giorni. Ma il secondo Capo Horn della sua vita è passato ed ora inizia la risalita verso casa
A Santa Lucia incontro con i presidenti federali Ettorre (FIV), Tizzano (FIC) e i vertici dei club cittadini: “Insieme per riportare il golfo al centro dello scenario internazionale”
Richomme recupera qualcosa su Dalin favorito dai venti ed ora è a sole 155 miglia. Tante corse in una, dal Nord Atlantico a Point Nemo. Nella foto Denis Van Weynbergh, skipper dell'Imoca D’Ieteren Group al 35° posto
A causa di una rottura è caduto in acqua il gennaker da testa d’albero (J0), quello usato per le arie leggere, sotto i 12 nodi
Charlie Dalin (MACIF Santé Prévoyance) e Yoann Richomme (PAPREC ARKÉA) sono attesi tra il 14 e il 15 gennaio 2025
Sabato 25 gennaio 2025 si terrà a Varese la decima edizione di “Tra Legno e Acqua”, il più importante convegno nazionale dedicato al mondo delle imbarcazioni d’epoca, classiche, storiche e della marineria tradizionale
La speranza è l’ultima a morire e con venti leggeri previsti per le ore finali lungo la costa della Bretagna verso la Vendée, Yoann Richomme sa che ogni possibilità va sfruttata fino all’ultimo. Nella foto l'Imoca di Jérémie Beyou (Charal)
Eric Bellion, skipper di STAND AS ONE-Altavia, ha contattato il suo team questa mattina intorno alle 08:33 UTC per comunicare il fallimento della riparazione effettuata sull'attacco della sua vela J2
La patente D1, il cosiddetto “patentino” diurno entro 6 miglia dalla costa, per potenze fino a 115 cavalli, rilasciabile anche ai sedicenni, è stato fortemente voluto e ottenuto da Confindustria Nautica