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Libri: "Signor Giudice, basta un pareggio"

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Inbar Meytsar

Scorrevole, colorato, verosimile. I personaggi sono uomini ordinari con i loro sogni spezzati, ideali, passioni e debolezze. Bella la descrizione della palpabile amicizia tra i protagonisti che cresce a piccoli cauti passi. Si respira Liguria, si scorge Genova, si immagina Savona. Si viaggia con un nodo in gola verso Torino e si ritorna a con un profondo respiro di sollievo. Per chi conosce gli autori, la lettura è ancora più spassosa: personalmente ho visto Fabio Pozzo trasformarsi in Bartolomeo Bussi, in una metamorfosi quasi perfetta, quasi… (Inbar Meytsar)

LA TESTIMONIANZA DI FABIO POZZO:

Ho chiesto a Pozzo di raccontarci come nasce l’idea del libro. Ecco le sue parole:

Roberto scriveva per conto suo. Io passavo in procura a Savona quando facevo il cronista giudiziario in Liguria, lo incontravo (era assistente del procuratore capo) e gli dicevo: ma perché scrivi per te? Perché non pubblichi?

Così ha partecipato a concorsi e ha vinto e ha cominciato a pubblicare… Ma scriveva cose strane…

Allora, io: ma perché non scrivi di cose che sai, un poliziesco?

Così è nato il personaggio del giudice Toccalossi e del suo assistente, il maresciallo Centofanti…

Ha pubblicato con una casa editrice di genova, è andato bene, sono già usciti tre libri… Alla presentazione di uno di questi è venuta l’idea di fare qualcosa a quattro mani. Io ho ideato il personaggio del giornalista Bartolomeo Bussi… che mi ricorda, ma non sono io (ho provato a farne uno completamente diverso da me, ma era troppo freddo… meglio scrivere di cose di cui si sa, no?). Io non sono caporedattore centrale… Mi serviva un ruolo di macchina e un personaggio che potesse stufarsi di stare sempre in trincea… nel prossimo libro avrà un distacco ancora più lungo dal giornale…

Bussi colleziona storie di mare. Ed è convinto di aver trovato una di quelle paperelle gialle che galleggiano intorno al mondo, un giorno al largo di Portofino, mentre bordeggiava con il suo dinghy… mah!

Io scrivo la mia parte di Bussi, Roberto quelle di Toccalossi e Centofanti… Roberto ha più fantasia, io poi cerco di fare tornare tutto e uniformare… E’ un litigio continuo, che poi si ricompone…”

SINOSSI:

Che rapporto c’è tra indagini giudiziarie e inchieste giornalistiche?

Possono un giornalista, un sostituto procuratore e un maresciallo dei carabinieri essere amici, camminando sullo stesso terreno minato della notizia?

E fino a che punto possono spingersi, o scendere a compromessi, in nome della Giustizia?

Una storia di mare e cemento, sullo sfondo di una terra dolente e bellissima: la Liguria.

C’è una partita di droga molto pericolosa in arrivo dal mare e destinata a finanziare speculazioni edilizie e campagne elettorali. C’è il Grigio, che dall’ombra muove il traffico di stupefacenti e di denaro sporco. C’è Pedro, un sudamericano ex galeotto, ex spacciatore, che sussurra qualcosa all’orecchio degli inquirenti e poi sparisce. C’è una catena di morti che non possono essere accidentali. Di chi è la mano dietro questi delitti?

E poi ci sono tre uomini che hanno scelto tre strade molto diverse, ma tutte al servizio della verità, della Legge: il procuratore capo Lorenzo Toccalossi, appena trasferito a Genova a dirigere la Direzione distrettuale antimafia; il suo braccio destro, il maresciallo dei carabinieri Luigi Centofanti; e un amico, Bartolomeo Bussi, giornalista di un noto quotidiano nazionale. E tutti e tre si ritrovano a indagare su una pista che puzza di marcio da fare schifo, tra appalti truccati, speculazioni edilizie, traffico di stupefacenti, corruzione, morte. Sullo sfondo la Liguria, terra bellissima sotto scacco.

GLI AUTORI:

Fabio Pozzo, genovese (nato a Recco), studi nautici, giuridici e in storia, è giornalista della Stampa. Si è occupato di cronaca e di economia. Oggi è all’Ufficio Centrale di Torino. Segue da sempre i temi legati al mare, dall’industria nautica allo shipping, dalla storia della navigazione alla vela e alle grandi regate. Ha scritto I colori dell’Oceano con Simone Bianchetti (Longanesi 2003, Tea 2005), Ho sposato l’Oceano con Inbar Meytsar (Longanesi 2004), Assolvete l’Andrea Doria (Longanesi 2006, Tea 2008).

Roberto Centazzo, conseguita la laurea in giurisprudenza e successivamente l’abilitazione all’insegnamento, ha deciso che non avrebbe mai fatto né l’avvocato, né l’insegnante. Voleva fare lo scrittore. Di polizieschi. A venticinque anni si arruola in Polizia con l’intento sempre dichiarato di apprendere le procedure e le tecniche investigative. Attualmente è ispettore capo. È autore dei romanzi della serie che ha come protagonista il giudice Toccalossi, pubblicati dai Fratelli Frilli Editori: Giudice Toccalossi, indagine all’ombra della Torretta (2010), Toccalossi e il fascicolo del ’44 (2011), Toccalossi e il boss Cardellino (2012).

Insieme hanno dato vita a questa nuova serie, che vede protagonisti il giudice Toccalossi, qui trasferito alla Direzione Distrettuale Antimafia a Genova, affiancato dall’insostituibile braccio destro, il maresciallo dei Carabinieri Luigi Centofanti, e il giornalista Bartolomeo Bussi.

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SIGNOR GIUDICE, BASTA UN PAREGGIO
Pozzo Fabio, Centazzo Roberto

TEA - Collana: Narrativa
Pagine: 336
Prezzo: € 14.00

Edizione eBook: € 9.99

 


16/06/2013 20:51:00 © riproduzione riservata






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