Il caldo vento di levante che l’alta pressione ha generato, oggi non ha superato i 15 nodi di velocità; eppure, i ventitré maxi yacht che partecipano alla Boat International Superyacht Regatta hanno navigato con incedere veloce. Nulla di strano se si pensa che la loro superficie velica è immensa e direttamente proporzionale alla dimensione degli scafi, che da un minimo di 24 metri arrivano a 52: quelli austeri e filanti del gigante australiano Kokomo.
Sono cinque le imbarcazioni della flotta che, avendo caratteristiche di esplicito agonismo, corrono nel gruppo Performance per il quale il comitato di regata dello Yacht Club Costa Smeralda ha predisposto oggi un percorso di 35 miglia. Un itinerario che dopo un bordo al traverso fino agli Isolotti Monaci li ha ricondotti a sud di Santo Stefano e a risalire poi l’estuario tra le isole di Spargi e Maddalena, per lasciarsi alla sinistra Budelli e virare sotto il faro di Santa Maria, prima di scendere al traguardo sul mare di fronte a Porto Cervo.
Alfa Romeo, sloop di 30,48 metri timonato dal suo stesso armatore - il neozelandese Neville Crichton – è giunto al traguardo primo tra tutti in tempo reale e vince anche in tempo compensato. Lo scafo, disegnato da Reichel e Pugh è uno dei più veloci esistenti al mondo, la sua superficie velica totale copre 1.327 metri quadrati.
“Abbiamo la fortuna di essere veloci anche con poco vento – spiega Crichton – ed oggi siamo stati molto vicini a Senso One, finché a bordo qualche problema gli ha impedito di tenerci sotto controllo. Speriamo di far bene anche giovedì e in ogni caso confidiamo sulle regate dei Maxi a settembre: qui a porto Cervo in quel periodo ci sono ottime condizioni di vento”.
L’argenteo scafo Senso One, anche oggi secondo in tempo reale, è dunque finito al quinto posto pagando le eccellenti prestazioni del Wally inglese Magic Carpet 2 e del Wally tedesco Y3K, che col calcolo degli handicap si posizionano rispettivamente al secondo e terzo posto della classifica overall.
Ventiquattro miglia di navigazione per il gruppo dei Cruising: una rotta disegnata tra gli Isolotti Monaci, l’isola di Mortorio e Li Nibani. I sedici big di quella che viene definita “fast cruiser”, hanno così calcato uno degli scenari più belli che sia dato navigare. Charles Dunestone, timoniere di Hamilton II, anche oggi ha condotto il suo 34 metri con tale accortezza da essere primo del gruppo in tempo reale. Ma la classifica ottenuta dalle compensazioni lo ha messo al secondo posto: davanti agli italiani di Acaia Cube e dietro a Southern Star, anch’esso italiano che abilmente condotto da Gabriele Benussi, è in testa per il secondo giorno successivo.
L’avanguardia progettuale degli scafi coinvolti ha richiamato a Porto Cervo anche designer e architetti navali: tra loro l’autorevole progettista Luca Brenta che ha commentato il successo crescente del design italiano dei fast cruiser, divenuto esemplare nel mondo, associandolo all’italiana e mediterranea accezione di concepire il mare e di vivere l’outdoor.
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