“Il trasporto marittimo è il nostro petrolio, assieme al turismo”. Con queste parole il sottosegretario di Stato alle infrastrutture e ai trasporti, Bartolomeo Giachino, ha saIutato la prima Giornata europea del mare, istituita ieri dall’Unione europea con una dichiarazione solenne sottoscritta dai presidenti del Consiglio, del Parlamento e della Commissione. Lo ha fatto nel corso della conferenza stampa organizzata a Roma dalla Federazione del Mare per celebrare l’evento.
Oltre al presidente della Federazione Corrado Antonini e al suo vice presidente Nicola Coccia, hanno partecipato il direttore generale della DGTREN della Commissione europea, Fotis Karamitsos, nonché –attraverso un contributo filmato – il presidente della Commissione trasporti del Parlamento europeo, Paolo Costa.
Corrado Antonini ha sottolineato come questa decisione della Commissione europea confermi il riconoscimento del ruolo fondamentale e strategico del settore marittimo per tutta l’economia dell’Unione. “E’ un’iniziativa che si ripeterà ogni anno e che nasce a seguito della comunicazione sulla politica marittima integrata per l’Unione Europea, pubblicata nell’ottobre 2007, che mira a consentire una gestione delle diverse attività e politiche connesse ai mari non più su base settoriale ma in una visione olistica che affronti in maniera globale tutti gli aspetti degli oceani e dei mari sotto il profilo economico e dello sviluppo sostenibile, compreso l’ambiente marino, attraverso una molteplicità di azioni riguardanti, tra l’altro il trasporto marittimo e la sua competitività, l'occupazione, la ricerca scientifica, la pesca e la protezione dell'ambiente marino, e lo sviluppo di politiche marittime nazionali integrate da parte degli Stati membri.”
"Lo sviluppo delle attività marittime e portuali richiede una rinnovata attenzione della politica – ha affermato Nicola Coccia – per questo occorre affrontare preliminarmente i problemi di governance. In particolare, il cluster ritiene necessario che vi sia a livello politico un interlocutore unico dotato di effettivi poteri su tutte le materie marittime e portuali. In questa ottica, il cluster marittimo e portuale ha apprezzato la riunificazione dei ministeri dei Trasporti e delle Infrastrutture. Confidiamo – ha aggiunto Coccia - che il nuovo ministro dell’Ambiente contribuisca a risolvere “a monte” le questioni di sostenibilità ambientale delle infrastrutture ritenute necessarie così come riteniamo utile che siano meglio chiarite le competenze concorrenti fra Stato e Regioni e fra queste Istituzioni e le Autorità Portuali".
Fotis Karamitsos ha ricordato che mari e oceani costituiscono un fattore essenziale per l’Unione europea, che dispone di 320.000 chilometri di coste, sulle quali vive un terzo della sua popolazione e che producono il 40% del suo PIL. La navigazione muove il 90% del commercio europeo con il resto del mondo e il 40% del commercio intracomunitario in tonnellate chilometro, consumando un decimo del carburante che sarebbe necessario a spostare su strada le stesse quantità di merce per le stesse distanze. Karamitsos ha ricordato inoltre che la nuova politica marittima integrata dell’Unione europea si basa su sette pilastri fondamentali: concorrenza leale in mercati trasparenti, attenzione ai cambiamenti climatici, qualità delle navi in grado di garantire la salvaguardia della vita umana in mare, iniziative di security per fronteggiare tutte le situazioni di criminalità e terrorismo, necessità di informare i giovani sulle numerose opportunità di lavoro che il settore offre, rilancio della ricerca e innovazione.
A quest’utimo riguardo, Ugo Salerno, AD del Rina Spa ha ricordato che in Italia nel 2007 è stata costituita la piattaforma tecnologica nazionale nell’ambito della piattaforma tecnologica europea Waterborne, organismo di coordinamento tecnico tra tutti gli interessi industriali legati alla mobilità sul mare di persone e cose, e di essi con gli attori istituzionali di ricerca e formazione.
Nel suo messaggio al Consiglio della Federazione del Mare, Paolo Costa, ha ricordato l’approvazione della risoluzione concernente la politica marittima integrata della UE, che pone in risalto l’eccezionale dimensione del settore marittimo europeo, grazie all’estensione delle sue coste, delle sue isole e delle sue regioni ultraperiferiche e sottolinea le opportunità uniche offerte dal settore marittimo per quando riguarda l’innovazione, la ricerca, l’ambiente e la biodiversità, auspicando che esse siano pienamente inglobate nella nuova politica marittima integrata. La risoluzione sottolinea inoltre come la partecipazione degli operatori locali e regionali sia essenziale per garantire il successo della politica marittima e auspica una maggiore collaborazione tra le regioni costiere europee.
Bartolomeo Giachino, nel ribadire che il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ritiene prioritario lo sviluppo infrastrutturale dei grandi nodi di collegamento e delle porte di accesso delle merci, non sono per il mercato italiano, ma anche per quello europeo, ha sottolineato l’importanza di avviare finalmente le opere necessarie, quali ad esempio i dragaggi nei porti e le connessioni terra-mare. Il sottogretario Giachino ha rilevato come nella prima fase di globalizzazione dei mercati, l’Italia non abbia saputo cogliere le occasioni per giocare un ruolo da protagonista: oggi invece, in una fase di globalizzazione di ritorno, possiamo recuperare il tempo perso, a condizione che riusciamo a fare del nostro Paese il vero centro del Mediterraneo, valorizzando il sistema dei trasporti in generale ed in particolare il trasporto marittimo che rappresenta la principale modalità per attirare nei nostri mercati le merci provenienti dall’Estremo Oriente. Per questo è fondamentale realizzare i progetti infrastrutturali, la cui attuale insufficienza oggi rappresenta il vero ostacolo alla crescita economica. “E’ importante avere una visione globale del sistema dei trasporti e della logistica e in quest’ottica intendiamo ripartire dal Patto per la logistica firmato dal CIPE nel 2006 affinché operatori, istituzioni locali e amministrazione dello Stato possano contribuire ad una politica di sviluppo. Il concetto di cluster marittimo a tal fine è molto importante per evitare che istanze delle singole categorie vengano presentate senza un coordinamento globale”.
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