E in attesa che la Corte degli Appelli dello Stato di New York decida se la prossima Coppa America sarà un duello rusticano tra Roussel Coutts e Ed Baird, avatar di Larry Ellison ed Ernesto Bertarelli, al timone di fantasmagorici trimarani o una normale sfida con più modesti monoscafi e molti challenger, Alinghi si è presa una soddisfazione non da poco lisciando il pelo a Bmw Oracle nella semifinale di una Louis Vuitton Cup che, sinceramente, non pensavamo appassionasse così tanto il pubblico italiano. Un solo secondo di distacco nella prima regata, che è un po’ come vincere un derby per autogol all’ultimo minuto, e una vittoria di potenza nella seconda. Meglio di così non poteva andare, nemmeno se Ernesto Bertarelli lo avesse programmato a tavolino. Per Oracle, prima la rabbia di una regata persa per un soffio, poi l’impotenza di fronte al più forte. Alla fine i commenti dei vincitori sono stati improntati al massimo fair play, ma Brad Butterworth non ha potuto fare a meno di sottolineare come “Alla fine abbiamo vinto noi e ora parteciperemo al prossimo ed ultimo atto dell'evento: la finale. Riportare lo sport in acqua, che è peraltro il suo naturale elemento, è veramente molto positivo. Regatare non solo con BMW Oracle, ma con tutti gli altri team è qualcosa che ci piace particolarmente e spero davvero che quanto prima sia possibile continuare su questa strada”.
Anche Ed Baird, timoniere di Alinghi, ha sottolineato come quelli arrivati in fondo siano gli equipaggi più forti: “Team New Zealand ha sempre dimostrato di essere il miglior team su queste barche. Si sono qualificati come sfidanti ufficiale per poi regatare contro di noi nella scorsa edizione dell'America's Cup e ora siamo qui di nuovo uno di fronte all'altro. Regateremo sulle le loro imbarcazioni, nella loro baia, nella loro corrente e con le loro attrezzature. Sarà sicuramente uno spettacolo da non perdere, sono molto forti. Tra l'altro sono tutti amici e sarà una sfida in mare stimolante e leale che affronteremo a viso aperto”.
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