All’incontro che si è tenuto alla Direzione Generale pesca due giorni fa con il Sottosegretario Antonio Buonfiglio, neo delegato alla Pesca, le Associazioni Ambientaliste hanno chiesto maggiore rigore nel rispetto delle leggi e uno stop ai decreti stagionali che ampliano le maglie dell’attuale divieto sulle spadare creando di fatto confusione normativa e difficoltà di controlli e sanzioni.
“Apprezziamo le parole del Sottosegretario Buonfiglio che ha chiaramente assicurato che la stagione dei decreti e delle deroghe è terminata e che comincia una nuova stagione di confronto e collaborazione con le Associazioni Ambientaliste nel rispetto dell’interesse del settore e delle normative comunitarie”, dichiarano i rappresentanti di Greenpeace, Legambiente, Marevivo e WWF.
Il clima generale di ambiguità legislativa, dato dai decreti approvati negli anni scorsi e dalle deroghe richieste dai pescatori e i gravissimi casi di pesca illegale con spadare fortemente perseguiti anche dalle forze dell’ordine, dimostrano che la pesca illegale condanna il settore alla marginalità sociale e una grave minaccia per il futuro delle risorse.
Sono in discussione normative comunitarie come il Regolamento sui Controlli e il bilancio della Politica comune della Pesca (PCP), appuntamenti ai quali l’Italia non può presentarsi che con un nuovo approccio, una visione a lungo termine che consenta al nostro Paese di farsi capofila tra tutti i Paesi mediterranei per la conservazione delle risorse marine.
“Sappiamo tutti infatti che dalla pesca illegale non guadagna nessuno. Né i pescatori onesti che si vedono derubati nei guadagni e nella stessa immagine, né le risorse che vengono depredate senza senso né futuro. La politica è quindi miope se lascia che ci siano margini di spazio per l’illegalità”, ribadiscono i rappresentanti delle Associazioni Ambientaliste.
A causa del fallimento delle politiche di controllo delle spadare, L’Italia dovrà infatti versare all’Unione Europea un importo complessivo pari a 15.524.012 euro, rischiando inoltre una multa salatissima.
Il futuro della pesca deve dunque puntare al rispetto degli habitat, nell’ottica di una gestione che riduca lo sforzo di pesca e consenta di aumentare le rese sia in termini economici che energetici, invertendo la tendenza attuale che ha reso il settore pesantemente dipendente dai sussidi pubblici a favore invece di un’effettiva sostenibilità economica ed ecologica.
Nato il 26 dicembre, Giancarlo Pedote festeggerà anche il suo compleanno in una cellula di vita interna che è grande poco più di 2 metri quadrati, senza riscaldamento, senza bagno e con solo un fornellino da campeggio per cucinare. Ma comunque AUGURI!!!
Ai ritmi attuali, sembra certo che il leader (chiunque sarà) batterà il record di Armel Le Cléac'h del 2016 per il passaggio di Capo Horn, fissato a 47 giorni e 34'. La foto "innevata" è stata scattata da Boris Herrmann a bordo di Malizia-Seaexplorer
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