Vela, Louis Vuitton Trophy - Bene, ma non ancora perfetti. Per la quarta e quinta volta nel Golfo Persico, ancora niente da fare contro i kiwi. Pur non avendo brillato ogni singolo giorno del Louis Vuitton Trophy Dubai, oggi, in una semifinale che si correva al meglio delle tre prove, gli uomini di Emirates Team New Zealand erano in piena forma e, con due centri, hanno bloccato l’accesso alla finale di Mascalzone Latino Audi Team. La classifica dell’evento vede quindi Mascalzone Latino Audi Team terzo e All4One quarto, mentre il quinto e il sesto posto appartengono ad Artemis e Synergy. Domani la finalissima.
Un risultato più che positivo, un terzo posto alle spalle del vincitore dell'ultima edizione della Coppa America, BMW ORACLE Racing e dei fortissimi kiwi di Team New Zealand. Certo, la finale era alla portata di Mascalzone Latino ma, come appurato nelle precedenti regate, è mancata a volte la “chimica” necessaria per garantire prestazioni costanti. Queste regate, in ogni caso, non sono qualificanti per la Coppa America ma sono servite per permettere a team e velisti di rimanere in gioco e, per i nuovi arrivati, di accumulare esperienza in particolare nei match race.
Si sono viste regate tese, di altissimo livello agonistico: tratti di vita che insegnano e arricchiscono i valori anche di “velisti occasionali”, come nel caso del celebre amico napoletano, nonché ex capitano della Nazionale taliana di calcio, Fabio Cannavaro, oggi a poppa di Mascalzone Latino come diciottesimo.
“È stata una bellissima esperienza –spiega il celebre calciatore– . Mi è piaciuto molto esserci perché ho visto un gran lavoro di squadra, dove ognuno aveva una grande concentrazione e tutti dovevano lavorare in modo sincronizzato. Peccato per il risultato, ma questo è lo sport. Il clima era teso e, oltre ai rumori delle barche, e delle voci in manovra, c’erano anche dei gran silenzi. Li ho visti tutti tranquilli, concentrati, sapevano che stavano disputando regate importanti.“
C’è da dire che Gavin Brady (NZL) oggi ha cercato di mettercela tutta, tanto da mostrare al mondo uno smalto bruciante nelle partenze, il tallone d’Achille dei primi giorni di regata a Dubai che, strada facendo, è diventato invece in molte occasioni un punto di forza dei Mascalzoni. È mancata, invece, in entrambe le regate, la freddezza nel prendere le decisioni.
Nella prima, dopo uno start con grande vantaggio in termini di velocità sull’avversario, Mascalzone Latino ha raggiunto la boa di bolina in solitudine, girandola con 22 secondi di anticipo. Nel secondo lato, corso senza eccessiva pressione da parte di New Zealand, è andata in scena tuttavia una brutta strambata degli italiani, colpevole di aver fatto perdere tempo e velocità sufficienti al sorpasso dei kiwi che, nel cancello di poppa, hanno fermato il cronometro 4 secondi prima dei Mascalzoni. Da lì un tacking duel emozionante nella seconda bolina, dove il Virtual Eye segnava di tanto in tanto nuovamente gli italiani davanti. L’unica chance possibile, purtroppo, era in mano al meteo. Brady, raggiungendo l’apice del campo di gara sul lato destro, poteva rimbalzare l’avversario solo presentandosi in boa con mura a dritta, ma la sinistra risultava più favorita e il colpaccio non è riuscito.
Nel secondo match, dove la partenza è stata vinta di nuovo da Mascalzone Latino Audi Team, c’è stato un errore tattico nel valutare il proprio posizionamento rispetto all’avversario nelle prossimità della boa. Poco più di una svista, pagata però carissima: oltre a consentire a Dean Barker (NZL) di passare in testa, l’imperfetta rotta dei Mascalzoni è costata anche una penalità. Partita chiusa in quel momento.
Ma ieri, dove le gare facevano classifica a sé, Mascalzone Latino Audi Team ha mostrato di saper essere il numero uno nelle regate di flotta, vincendone entrambe le regate e lasciando un’importante impronta nella storia di questa classe.
Quello visto nelle ultime ore è sembrato un copione per molti già scritto, considerando che Emirates Team New Zealand è stato l’unico team a riuscire a disputare la gara che determina il campione assoluto in tutti i cinque eventi di questa serie. Le prestigiose location ospitanti (Auckland, Nizza, La Maddalena e Dubai), hanno vissuto con grande coinvolgimento queste regate, brandizzate da Louis Vuitton inizialmente con il suffisso “Pacific Series”, prima della costituzione della World Sailing Team Association, e “Trophy” in seguito, organizzando anche numerosi eventi collaterali come le regate sui dhows qui a Dubai e altre iniziative dedicate ai giovani.
In generale, la “grande famiglia” dei velisti di Coppa ha potuto vivere un gruppo di manifestazioni che, non volendo far dimenticare i fasti dei Louis Vuitton Act e soprattutto delle Louis Vuitton Cup, hanno permesso di vedere ancora protagoniste le gloriose barche di America’s Cup Class negli ultimi tre anni. Il primo aveva preso vita a gennaio 2009, nel pieno della battaglia legale che ha seguito il termine dell’ultima edizione della regata più famosa del mondo corsa con questi scafi, disputata a Valencia nel 2007.
L’ultimo è sulla via del tramonto negli Emirati Arabi Uniti, e terminerà domani con un vincitore assoluto, Emirates Team New Zealand o BMW ORACLE Racing, sinora dominatori dell’evento emiratino, meritatamente approdato in finale.
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