Le strategie di medio lungo periodo delle imprese in un contesto di forte instabilità dei mercati finanziari: questo il tema centrale del Convegno organizzato a Capri il 2 ottobre dal Gruppo Giovani Armatori di Confìtarma intitolato "L'economia mondiale nel Terzo Millennio: una realtà in continuo ed imprevedibile cambiamento. I nuovi scenari e le prospettive future alla luce dei recenti mutamenti internazionali".
"L'idea di analizzare questa tematica era già nata prima dei recenti eventi che hanno provocato la crisi dei mercati internazionali. - ha affermato Giuseppe Mauro Rizzo, Presidente del Gruppo Giovani Armatori, coordinatore dei lavori. E’ in atto una crisi della credibilità del mondo finanziario che ha avviato un processo di speculazione che ora suscita una crisi di dimensioni abnormi. Il rischio è che venga danneggiata anche l’economia reale, quella sana che ha saputo agganciarsi al processo di globalizzazione con investimenti mirati allo sviluppo e all’innovazione. Per evitare che in questo processo di globalizzazione si innestino leve speculative senza controllo, occorre uno sforzo da parte di chi fa impresa per creare un’authority globale che possa impedire fenomeni incontrollati di degenerazione.”.
Nel suo intervento, Federica Guidi, Presidente Giovani Imprenditori di Confìndustria, dopo essersi congratulata con i Giovani Armatori per aver "centrato il tema", ha espresso la convinzione che l'imprenditoria italiana, meno sbilanciata sugli aspetti finanziari di altre economie occidentali e più ancorata all'economia reale, saprà trarsi d'impaccio dalla crisi.
Inoltre, anticipando i temi del Convegno dei Giovani Imprenditori che si terrà a Capri il 3 e il 4 ottobre, ha sottolineato che energia e ambiente sono due settori di criticità ma anche di opportunità di business che possono offrire alle imprese italiane buone prospettive di crescita specie nei settori high tech e della ricerca dove necessariamente dovranno sempre più indirizzarsi.
Antonio Cesarano, Responsabile Marketing Strategy di MPS Capital Services Banca per le Imprese, dopo aver illustrato le origini della crisi scaturita dalla bolla immobiliare e dalla crisi
della finanza statunitense che inevitabilmente si è ripercossa sulla finanza globale, ha ipotizzato che se gli Stati Uniti porteranno avanti il piano che prevede 700 miliardi di dollari per il salvataggio dell'economia americana, probabilmente anche l'Europa dovrà adottare misure simili per evitare che le ansie si trasferiscano sui nostri mercati. Questa è anche l'idea del Presidente francese Sarkozy che al G4 di sabato prossimo proporrà ai 4 Stati membri dell'Ue (Francia, Regno Unito, Italia e Germania) di costituire un fondo di circa di 300 miliardi di euro.
Riprendendo gli argomenti di Cesarano, Sandro Merino, Managing Director UBS Research Europe, ha affermato che in America la caduta dei prezzi dell'housing è stato un evento del tutto inedito e impensabile e che prima della ripresa ci sarà un ulteriore aggravamento in quanto dato il trend globale di rallentamento dell'economia USA si prevede un periodo non breve di recessione. Europa e Asia al momento non sono ancora state colpite in pieno dalla crisi americana ed è possibile che nel prossimo decennio accanto alle tensioni che si verranno a creare nel settore dell'energia e dell'alimentazione si manifestino nuove opportunità. Peraltro, sia Cesarano che Merino concordano sul fatto che il calo dell'inflazione anche a causa del restringimento dei consumi sia un dato positivo.
Nel suo intervento Thomas Stolper, Executive Director e Senior Economist di Goldman Sachs si è concentrato sull'andamento del tasso di cambio del dollaro e dei futures.
Paolo Guida, Responsabile Retail Research Ufficio Studi Intesa San Paolo, nel confermare che questa è la crisi più grave degli ultimi anni, ritiene però che si intravedono delle vie d'uscita grazie all'intervento dei governi che stanno immettendo liquidità. La speculazione ha attaccato sia le banche più deboli che, ingiustificatamente, quelle più solide. Peraltro, le imprese italiane di tipo più tradizionale saranno meno intaccate dalla crisi e per questo potrebbero trarne indirettamente un vantaggio. In ogni caso questa crisi rappresenta il fallimento dell'estrema liberalizzazione del mercato e conferma l'esigenza di dare regole alla globalizzazione.
Carlo Altomonte, Docente di Economia dell'Integrazione Europea e Macroeconomia dell'Università Bocconi, accantonando gli aspetti finanziari e soffermandosi sull'economia reale ha affermato che l'economia reale è solida perché c'è liquidità nel mondo. Gli Stati Uniti stanno riequilibrando il loro sbilancio commerciale con l'estero che ha raggiunto livelli insostenibili. Vi è da chiedersi se Cina ed India riusciranno a mantenere i trend di crescita sin qui registrati: la vera incognita è costituita dagli effetti che un eventuale transizione dall'industria manifatturiera a quella dei servizi avrà soprattutto sull'economia cinese, dato che il terziario presuppone un minor controllo ed una maggiore circolazione delle idee.
Intervenendo alla fine del dibattito, Nicola Coccia, Presidente di Confitarma, ha rilevato che dal Convegno è scaturito un cauto ottimismo, nonostante le previsioni negative: di certo ambiente, energia, credit crunch sono le sfide da affrontare nel prossimo futuro. Spostando l'attenzione sullo shipping, il Presidente Coccia ha rilevato che stiamo attraversando un momento particolarissimo caratterizzato per quanto riguarda i rapporti con il mondo bancario: armatori e finanza devono continuare nella strada intrapresa dato che gli uni e gli altri sono indispensabili per portare avanti il rinnovo della flotta mercantile italiana. Del resto l'industria armatoriale non ha fatto speculazioni ma ha creduto nel proprio business e non intende chiudere le porte alla finanza ma portare avanti il rapporto con serenità e convinzione.
"La preoccupazione che ci avvolgeva all'inizio dei lavori si è via via diradata lasciando il posto ad un cauto ottimismo - ha concluso Giuseppe Mauro Rizzo - L'impresa è al centro dell'economia e un ruolo decisivo nel settore dello shipping viene svolto dalle imprese familiari, ove la catena decisionale si accorcia ed il controllo è serrato. Il credit crunch è un problema nato nel sistema bancario ed è questo stesso settore che deve risolverlo, visto che la liquidità c’è. Condivido con Federica Guidi l’importanza della tradizione familiare come guida stabile per l’economia reale del nostro Paese.”
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