Gruppo FS Italiane ha chiuso il 2013 con un utile netto di 460 milioni di euro, più 21% (ossia di 79 milioni) rispetto al 2012, su un margine operativo lordo (EBITDA, prima di imposte e degli oneri finanziari) di oltre 2 miliardi di euro, in progresso del 5,8%. Nel frattempo i ricavi operativi sono aumentati solo dell’1,2% a 8,329 miliardi di euro, mentre i costi operativi sono diminuiti dello 0,2% sul 2012.
Nel bilancio consolidato, appena approvato dal consiglio di amministrazione, c’è un margine EBITDA del 24,4%, migliorato di oltre un punto sul 2013: è l’indice della crescente redditività del gruppo – in progresso da sei anni consecutivi – grazie anche alla ridotta incidenza dei costi operativi.
Al risultato di Gruppo FS contribuisce sostanzialmente Trenitalia, che chiude l’esercizio 2013 con un utile netto di 181 milioni di euro, trainato da un margine operativo lordo di quasi 1,4 miliardi di euro e margine EBITDA al 25%, perfino superiore al dato consolidato.
Il tutto su ricavi da servizi di trasporto di 5,143 miliardi di euro, praticamente invariati rispetto al 2012 (più 0,3%): per la crisi economica – sottolinea una nota – e malgrado la piena operatività del nuovo competitor nel mercato dell’Alta Velocità.
Dunque anche Trenitalia incassa più margini a parità di fatturato: l’obiettivo di ogni impresa privata raggiunto invece da un’impresa di servizio pubblico, finanziata dai contribuenti che al servizio hanno diritto.
Meglio ancora ha fatto RFI-Rete Ferroviaria Italiana, la controllata del gruppo proprietaria delle infrastrutture, che ha chiuso il 2013 con un risultato netto di 270 milioni di euro: anche qui ricavi operativi stabili rispetto al 2012 (2,676 miliardi di euro, più 0,5%), e anche qui costi in calo di oltre il 5%, a 2,159 miliardi di euro.
Nel 2013 il Gruppo FS Italiane ha investito circa 3,9 miliardi di euro, di cui circa 1,6 miliardi autofinanziati. Il nuovo Piano Industriale prevede tra il 2014 e il 2017 altri 24 miliardi di investimenti totali, di cui 3 per i treni del trasporto regionale.
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